domenica 2 febbraio 2020
Una "vecchia" fotografia in archivio
I conferenzieri di Azione Cattolica, Gualtiero Marello (primo a sinistra) con Mario Francesco Bergoglio (primo a destra) ad Asti, alla fine degli anni venti.
Premetto che riconoscere una persona dai tratti fisionomici non è nelle mie facoltà. Tuttavia, davanti ad una fotografia “antica” ho incominciato a fantasticare. Mettendo a confronto la foto con quella di Mario Bergoglio del libro "Una famiglia di nome Bergoglio" di Vittorio Croce e Stefano Masino, mi è parso di riconoscere caratteri somatici molto simili. Potrebbe essere il ricordo di tre conferenzieri in posa. Se cosi fosse questa foto rappresenta un documento inedito e straordinario: l'ultima foto in Piemonte del ragioniere Bergoglio, prima della partenza per l'Argentina (1° febbraio 1929).
Mario Bergoglio, futuro padre di Papa Francesco
Nel novembre del 1925, per iniziativa della presidenza della Federazione Giovanile Diocesana (assistente don Filippo Berzano), venne costituita la "Scuola Conferenzieri", che doveva funzionare fino a Natale. Vennero assegnati vari temi: a Gualtiero Marello "come si costituisce un circolo giovanile; a Francesco Ghia "Storia dell'Azione Cattolica; a Giulio Burattini " Il carattere del giovane; ad Attilio Pia "Preghiera, Azione, Sacrificio; a Pietro Torchio "La buona stampa; a Giovanni Musso "La gioventù Cattolica. A Mario Bergoglio toccò invece un argomento, col senno di poi, davvero singolare e speciale, "Il Papato".
Scrive Gualtiero Marello: “Da anni, da molti anni, ero ancora studente universitario, ho cominciato a lavorare nell'Azione Cattolica; prima con quel moto spontaneo di entusiasmo giovanile suscitato in me dall'opera personale di persuasione, viva, continua, insistente, sicura, dell’indimenticabile don Berzano …”
giovedì 4 ottobre 2018
Minigonne e comunisti. Così la Chiesa spiava le minacce nei paesi.
Sergio Miravalle
Come una vecchia cartolina, di quelle a più immagini, con la scritta "Saluti da …". Nel caso di questo volume, i saluti arrivano da tutti i paesi dell'Astigiano con annotazioni e curiosità molto speciali. Le ha scritte, senza sapere che un giorno suo figlio Alberto le avrebbe pubblicate, il medico Gualtiero Marello che era agli inizi degli anni '60 presidente dell'Azione Cattolica diocesana di Asti. A quel tempo fu inviato dal vescovo Giacomo Cannonero (1902-1977) a visitare la diocesi, per incontrare i parroci e riferire sullo stato di salute delle parrocchie. Una missione da 007 della Chiesa, compiuta dal medico con il suo Maggiolino Volkswagen, per incontrare i sacerdoti con il termometro della religiosità. La relazione finale, suddivisa per vicarie, fu inviata dal dott. Marello in Curia per poi finire in qualche cassetto. Il figlio, ritrovandone copia dattiloscritta, la pubblica in omaggio del padre. Letta con gli occhi di oggi questa relazione la dice lunga su quanto la Chiesa dovesse rinnovarsi (erano gli anni del vento nuovo del Concilio Vaticano II). Per ogni paese il parroco riferisce di comportamenti e abitudini. Le ragazze in minigonna, i ragazzi con motorino, gli immigrati veneti e meridionali censiti con piemontese diffidenza e soprattutto il pericolo rosso dei comunisti e dei senza Dio. In molti casi si fanno nomi e cognomi dei nemici e degli amici. Per ogni paese, un flash che vale come una ricerca di politica sociale.
giovedì 17 agosto 2017
Parrocchiani visti dalla canonica
Vittorio Croce
Alberto Marello ha pubblicato un interessante volume che riporta le note del padre Gualtiero, noto a tutti come il dottor Marello, stese in seguito alle visite condotte nelle parrocchie di campagna in qualità di presidente diocesano dell'Azione Cattolica. Una raccolta molto interessante per capire il clima di quell'epoca, gli anni sessanta, l'epoca dell'inizio del Concilio Vaticano II, in Asti segnata dall'episcopato di mons. Giacomo Cannonero, che dava grande importanza all'AC e grande fiducia al dottor Marello.
Si tratta di più di 100 schede redatte dai dialoghi con i vari parroci: più o meno dettagliate, sempre gustose e puntuali, raccolte sotto il titolo "Noi parrocchiani osservati dalla finestra della canonica anni sessanta". In copertina il maggiolino Volkswagen di Gualtiero Marello, tuttora funzionante, davanti alla facciata della parrocchiale di San Marzanotto.
Una lettura gustosa, come si diceva, ma anche molto istruttiva, per documentare una storia di cui siamo figli, quella delle nostre comunità campestri, 113 parrocchie per l'esattezza divise in 14 vicarie (Celle Enomondo, San Damiano, Valfenera, Villanova, Montafia, Serravalle, Camerano, Montechiaro, Piovà, Portacomaro, Castagnole Monferrato, Rocca d'Arazzo, Mombercelli, Costigliole).
Non documentazione scientifica secondo i crismi della ricerca sociologica, forse, ma testimonianza al vivo di come i parroci vivevano la loro missione in quegli anni di svolta, in cui appariva già chiaro il declino di molte pratiche tradizionali.
Evidente la passione pastorale dei preti di quel tempo, alcuni ancora viventi, legata anche alla sofferenza per il calo di presenze alla messa festiva, per la difficolta a raccogliere i giovani, ma anche per l'acutezza della battaglia politica, la crisi dell'agricoltura di fronte all' emigrazione verso Torino, la novità crescente dell'immigrazione dal Veneto con i suoi chiaroscuri, fino alla "inascoltata predicazione" contro il ballo. Traspare dalle diverse relazioni soprattutto lo stile e la mentalità dei parroci del tempo, dall'essenzialità di qualcuno (si veda il caso di Casasco, la parrocchia più piccola della diocesi) al dettaglio quasi ragionieristico di altri.
"E' evidente - scrive Alberto Marello nell'introduzione - che tutti i dati sono importanti: le condizioni economiche della popolazione, la conoscenza dei divertimenti preferiti, gli orientamenti della gioventù, il senso di disciplina alle direttive della Chiesa, lo studio di tutte le esperienze tentate e fatte in campo spirituale e organizzativo. Un complesso di dati per trarre un giudizio sulla situazione dell'Azione Cattolica per rilanciarla con maggiore prestigio".
Cosa che purtroppo non è avvenuta, anzi. Ma questo è il nostro compito per l'oggi.
martedì 2 maggio 2017
Significativa testimonianza
Marco Guarona
Ancora un libro originale, significativa testimonianza di un tempo ormai lontano, per molti di noi poco conosciuto o del tutto insospettato. Anche per me, cattolico per educazione, ateo per convinzione, poco estimatore della Chiesa come istituzione, estimatore dei tanti religiosi o laici che sul campo praticano il loro credo, è di grande interesse scoprire come i cattolici ferventi ed i parroci degli anni '60 valutavano la società dell'epoca, cosa giudicavano morale o sintomo di una corruzione dei costumi. Chi oggi valuterebbe quanti paesani votano comunista, o considerano il ballo o lo scorazzare in motoretta come indici di potenziale lassismo morale? Tv e cinema strumenti di distrazione dalla pratica della fede? Oggi ben altri sono i fattori di corruzione dei giovani o delle famiglie. Come nelle pubblicazioni precedenti i documenti originali non concepiti per una diffusione al pubblico sono esenti da qualsiasi intento propagandistico o di strumentalizzazione ma sono espressione dell'effettivo pensiero di chi li ha redatti. Chi si avvicina alla storia passata o recente con spirito libero, con la pura curiosità di conoscere i fatti di un certo momento storico sono una fonte straordinaria: da queste note e non da documenti ufficiali si è introdotti nel pensiero di parte cattolica dell'epoca: Nello stesso tempo si percepiscono già elementi che renderanno inutile l'argine debole che la sola buona volontà poteva contrapporre al declino del cattolicesimo praticante: l'età avanzata dei parroci, la fuga verso le città , l'immigrazione interna, le migliori prospettive economiche, non certo la temuto ideologia comunista che poi si è dissolta nel tempo a sua volta, come abbiamo visto. E' il quadro di un'epoca che non c'è più, colta ai primi sintomi della sua scomparsa,come è quasi scomparsa la vita di paese che ho conosciuto nella mia infanzia.
martedì 28 marzo 2017
Singole realtà e analisi critica
16
Gli anni sessanta sono periodi del miracolo economico, del progresso scientifico e tecnologico.
Politicamente l’Italia si sposta a
sinistra; nel sociale vi è un aumento dell’emancipazione femminile.
Sul piano religioso si nota un aumento
dell’ateismo e il crescere dell’ecumenismo.
Per i ragazzi degli anni sessanta la
società italiana ha una copertura autoritaria, clericale, classista, che
avvolge e immobilizza il paese e che deve essere radicalmente trasformato. Il 1968 altro non è che quest'esplosione a
livello mondiale delle volontà e dei bisogni di una nuova generazione.
La moderna società è un mondo nuovo.
In questo mondo nuovo il processo di crescita determina conseguenze notevoli
all’attività pastorale. Le Parrocchie
rurali e quelle urbane sono in difficoltà; il sopore del cristiano è evidente e
l’Azione Cattolica tramite le Giunte parrocchiali sono preposte ad attuare il
grande risveglio.
Le difficoltà tra Parrocchie rurali e
cittadine sono differenti e richiedono uno studio separato. Quelle più in
sofferenza sono le rurali: spopolamento dei paesi e specialmente della
popolazione giovane, immigrazione dal sud, Parrocchie con Parroci anziani e
stanchi, metodi e iniziative senza calore ed entusiasmo, divisioni e contrasti
in seno alle comunità paesane, grave problema morale della gioventù maschile e
femminile, socialismo e comunismo sempre più diffuso.
Siamo negli anni sessanta e certi
problemi che oggi fanno sorridere erano presi in seria considerazione, a tal
punto che il Vescovo pretendeva l’osservanza delle norme stabilite. Parlo delle
disposizioni sulla televisione, ma esisteva il problema del ballo e del dopo
ballo, il problema del cinema, e addirittura il motorino era considerato un
congegno del diavolo.
La Presidenza di Giunta di Azione
Cattolica aveva fissato con l’Unione Donne e l’Unione Uomini, in collaborazione
con la Gioventù Femminile e la Gioventù Maschile, un ciclo di visite nelle
Parrocchie rurali della Diocesi.
Questa iniziativa di visite aveva solo
scopo informativo. Voleva conoscere le varie situazioni locali dal punto di
vista religioso, morale, ideologico, e capire la reale efficienza dell’Azione
Cattolica parrocchiale, con tutte le difficoltà che l’Azione Cattolica
incontrava nei particolari ambienti.
E’ evidente che tutti i dati erano
importanti: le condizioni economiche delle popolazioni, la conoscenza dei
divertimenti preferiti, gli orientamenti della gioventù, il senso di disciplina
alle direttive della Chiesa, lo studio di tutte le esperienze tentate e fatte
in campo spirituale e organizzativo.
Da tutto questo complesso di dati, più
o meno completo, ma sempre tale da essere di grande utilità, si doveva trarre
un’analisi critica delle varie singole realtà: un giudizio della situazione
dell’Azione Cattolica in visione sintetica e uno studio per provare i rimedi
sia sul piano Diocesano sia sul piano delle singole Parrocchie, per eliminare
le deficienze, migliorare e possibilmente rilanciare con maggior prestigio
l’Azione Cattolica.
Il resoconto di queste visite è
l’essenza di questa opera.
martedì 23 giugno 2015
Parliamo di Azione
NULLA SENZA IL VESCOVO
Nihil sine Episcopo
di Gualtiero Marello
Genere letterario: Religione
Dedica: a Francesco Bricchi
Anno pubblicazione: 2015
Formato: 15x23
Foliazione: 124
Copertina: morbida
Stampa: bianco nero
Prezzo 10,00 €
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/categoria/117526/nulla-senza-il-vescovo/
La vocazione del Cristiano nella Chiesa e nel Mondo e la spiritualità del Cristiano laico. Azione temporale, apostolato individuale e apostolato organizzato.
Il contributo dell'Azione Cattolica alla preparazione del Concilio Vaticano II.
lunedì 22 giugno 2015
Sua Santità
Mons. Peter B. Wells
Sua
Santità il Papa Francesco ha ricevuto con riconoscenza le devote espressioni di
affetto e spirituale vicinanza recentemente inviate, unite ad un cortese
omaggio.
Il
Sommo Pontefice, Che ha particolarmente gradito il premuroso gesto, auspica che
la grazia e l’amore del Signore continuino ad accompagnare e ad illuminare il
cammino di fede e di testimonianza cristiana e, mentre invoca la celeste
protezione della Vergine Maria, di cuore invia la Benedizione Apostolica, pegno
di ogni desiderato bene, estendendola volentieri alle persone care.
domenica 21 giugno 2015
Come giovane sacerdote
Angelo Card. Sodano
Egregio e caro Signor Marello,
Le sono molto grato per il gentile omaggio del libro da
Lei scritto “Nulla senza il Vescovo”,
da Lei preparato con tanto amore a ricordo del Suo compianto papà Gualtiero.
La pubblicazione mi ha fatto rivivere quegli anni
cinquanta, durante i quali anch'io, come giovane sacerdote insegnante in
Seminario, ebbi la fortuna di conoscere ed apprezzare Suo papà.
Ricordo che allora, per molti di noi il Dott. Gualtiero
Marello era una personalità che ammiravamo come esempio di laico cristiano, che
testimoniava con la sua vita e con la sua opera quella fede profonda che
professava.
A Lei, quindi, vada la mia riconoscenza per tale
pubblicazione, con l’assicurazione della mia preghiera per Lei e per i
Familiari tutti.
sabato 20 giugno 2015
L'attenzione
Francesco Ravinale, Vescovo
Stim.mo
Signor Alberto Marello,
ho
ricevuto con piacere il volume che Ella ha curato per approfondire la memoria
del suo caro papà e la ringrazio di cuore.
Il
titolo “Nulla senza il Vescovo” ha
naturalmente attirato la mia attenzione. Quando ho scoperto che si trattava di
uno spaccato dell’Azione Cattolica anni ’60 il mio interesse è ulteriormente
cresciuto, perché si trattava di un periodo estremamente delicato nella storia
della nostra Diocesi.
Soprattutto
la ringrazio per avermi dato modo di conoscere la figura di un uomo coerente,
capace di dare la sua cooperazione generosa e anche di staccarsi, per
evidenziare le carenze di una situazione non al passo con il Concilio Vaticano
II e le sue affermazioni sul popolo di Dio e sui laici.
Sperando di saperne fare adeguatamente
tesoro, auguro a tutti noi che il Signore ci conceda di vivere con frutto la
prossima Pasqua di Risurrezione.
venerdì 19 giugno 2015
Popolo di Dio
Marino Quartara
Il libro attualizza il tema specifico del decreto conciliare sull'apostolato dei laici, Apostolicam Actuositatem (18 novembre 1965). A cinquant'anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, tutta la bellezza e la novità dell’insegnamento conciliare sui laici è riproposto in questo libro e fa riflettere sullo stato attuale del pensiero teologico e della prassi pastorale in relazione al laicato e soprattutto per confrontarsi con le grandi sfide che interpellano i fedeli laici nel contesto sociale e culturale odierno. In particolare il tema del rapporto Pastore e popolo di Dio. Mi pare di poter focalizzare nella parole del vangelo di Giovanni: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi»[1] Gv 20,21 e in Gv 17,18, nella preghiera di Gesù al Padre per i discepoli: 'la consacrazione nella verità' che il libro propone alla riflessione. Parole queste che associano alla missione del vescovo e indicano la struttura dell’incarico in forza di un comando dall'alto. L’ufficio dei dodici, una cerchia determinata che rappresenta la totalità del popolo di Dio, ma che non coincide con la totalità dei chiamati. All'interno di quel gruppo, spicca la posizione di Pietro della quale danno testimonianza i Vangeli e le lettere di Paolo (1Cor 5,5). Pietro resta sempre al centro, come punto di convergenza e di unità dei due gruppi che all'inizio formano la Chiesa: quello di origine giudeo cristiana e quello di origine pagana.
Il libro attualizza il tema specifico del decreto conciliare sull'apostolato dei laici, Apostolicam Actuositatem (18 novembre 1965). A cinquant'anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, tutta la bellezza e la novità dell’insegnamento conciliare sui laici è riproposto in questo libro e fa riflettere sullo stato attuale del pensiero teologico e della prassi pastorale in relazione al laicato e soprattutto per confrontarsi con le grandi sfide che interpellano i fedeli laici nel contesto sociale e culturale odierno. In particolare il tema del rapporto Pastore e popolo di Dio. Mi pare di poter focalizzare nella parole del vangelo di Giovanni: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi»[1] Gv 20,21 e in Gv 17,18, nella preghiera di Gesù al Padre per i discepoli: 'la consacrazione nella verità' che il libro propone alla riflessione. Parole queste che associano alla missione del vescovo e indicano la struttura dell’incarico in forza di un comando dall'alto. L’ufficio dei dodici, una cerchia determinata che rappresenta la totalità del popolo di Dio, ma che non coincide con la totalità dei chiamati. All'interno di quel gruppo, spicca la posizione di Pietro della quale danno testimonianza i Vangeli e le lettere di Paolo (1Cor 5,5). Pietro resta sempre al centro, come punto di convergenza e di unità dei due gruppi che all'inizio formano la Chiesa: quello di origine giudeo cristiana e quello di origine pagana.
Altro aspetto, con implicazioni
importanti riguardo l’organizzazione pastorale, è costituito, senz'altro, da
ciò che riguarda il ruolo attivo di tutti i christifideles nell'edificazione della Chiesa e la presa di coscienza della chiamata universale alla
santità, della ‘communio sanctorum’. Del
“popolo di Dio”. A me pare che il libro oltre a rappresentare uno stimolo per
una rinnovata riflessione teologica e pastorale sulla missione del laicato
cattolico nel mondo contemporaneo, ben inquadri la nuova stagione evangelizzatrice
caratterizzata dalla gioia promossa da Papa Francesco.
La strada del bene
Enrica Comollo
Egregio dottor Alberto Marello.
Premetto: Il dottor Gualtiero, papà speciale e
impareggiabile, con il Suo “vivere” e “operare” ha tracciato la strada del bene
che noi, piccoli credenti, dovremmo un pochino percorrere.
Con grande sensibilità e passione hai realizzato e
pubblicato le sue memorie, portando alla luce i valori alti di cristiano
autentico: un cuore colmo di misericordia, che significa amare in grande;
mantenere vivo e attivo lo spirito, la
fede, la cultura e l’amore per tutto ciò che Vale. Che bello!
L’Azione Cattolica alfianese (anni 1950-1970) l’ho vissuta con amore,
entusiasmo, curando amicizie belle, pulite. Fu guidata da parroci attivi con
circoli giovanili e congressi eucaristici partecipati. Eravamo felici con poco.
Ancora oggi queste emozioni fanno lievitare il cuore. Dal tuo libro, impaginato
molto bene, emerge la vita sociale di quel tempo: severità e rigore, ma pure
divertimenti semplici, giocosi.
Bella la copertina, significativa e appropriata:
logo dell’Azione Cattolica. All'interno fotografie d’epoca: stupende!
Il dottor Gualtiero superò, con l’aiuto di Dio,
contrasti, dissapori, sofferenze, pure nell'ambito della Sua tanto amata Azione
Cattolica, Lui Dirigente integerrimo. Un libro ricco di insegnamenti, merita
davvero di essere letto, ascoltato, riflettuto.
Grazie di cuore. Dio doni ogni bene a te e alla tua
bellissima famiglia. Con stima e affetto.
E mi voleva bene
Luigi Mura
Carissimo dottor Alberto,
come
già da età giovanile facevo parte dell’Azione Cattolica, appena arrivato in
terra astigiana non ho fatto altro che interessarmi di questa, fu verso il
1958. Fui accolto benignamente, come dal dottor Marello anche dal
vicepresidente maestro Doglione, e feci parte dell’Azione Cattolica astigiana,
che in quel periodo era floridissima. Ecco che cominciarono gli incontri all'Oasi dell’Immacolata, gli Esercizi Spirituali nel novarese, e via dicendo. A dire la
verità il Presidente Marello non sempre era presente, il suo tenace
attaccamento al dovere di professione non glielo permettevano, quindi lasciava tutto quell'impegno al maestro
Doglione, il quale poi lo portava bene a compimento. Io ero così contento ed entusiasta che rasentavo il fanatismo, tanto ché il Presidente ci rideva e ci
scherzava. E mi voleva bene, come a tutti. Mi ricordo che una volta dovendo
andare appunto agli Esercizi venne incontro lui a proprie spese; e pensare che
aveva una famiglia numerosa e un alloggio da comprare, o appena già comprato.
Ed appunto nel mentre lui faceva il trasloco, quindi immaginiamoci che premura,
aveva strappato il tempo per dare risposta ad una mia lettera, cui chiedevo un
possibile posto come infermiere nell'ospedale di Asti; essendo io a quell'epoca privo di un lavoro fisso, che venne invece dopo a tempo giusto. E’ bene
ricordare che durante la vendemmia della prima vigna che comprai mi mandò due,
mi sembra, delle sue graziose figlie, oggi saranno madri e anziane, non tanto;
in più c’erano i figli del maestro Doglione ed altri amici loro.
Il
destino inesorabile l’ha preso ancora in età prematura. Se non avete ereditato
le sue esimie qualità di una grande fede e di un fecondo apostolato mantenete e
sviluppate quell'educazione che certamente vi avrà teneramente elargito; e così
anche Voi la trasmetterete ai vostri figli, in modo che il mondo segua la sua
strada nella via della fede e della ragione.
giovedì 18 giugno 2015
Linee di riflessione
Alberto Marello
Negli anni ’60 si discuteva e si analizzava la società italiana e la sua rapida trasformazione, il processo di scristianizzazione, la tradizione laicista sull'ateismo materialista. Oggi, in questo mondo, dove si sta compiendo lo sviluppo dell’integrazione economica sociale e culturale tra le varie regioni della Terra, il laico attivamente impegnato in apostolato associato discute e analizza la realtà del mondo (con il dovuto distinguo temporale) in forma simile a cinquant'anni fa.
Mi
farebbe piacere che Dirigenti laici d’oggi manifestassero volontà a leggere
queste poche pagine di recente pubblicazione in cui si indicano le linee lungo
le quali la responsabilità del laicato cattolico può maturare nella Chiesa;
quale apporto può darvi l’Azione Cattolica e quale rinnovamento di spirito e di
azione (metodo, programmi, strutture) è necessario perché l’Azione Cattolica
possa davvero collaborare al rinnovamento della Chiesa.
Caro
Dirigente di Azione Cattolica, noterai che quello che scriveva mio padre (le
riflessioni di fondo) è estremamente attuale e che è fondamento di qualsiasi
dibattito nel nostro tempo. Unità, amore, rispetto, sono valori irrinunciabili
e eterni. La realtà del mondo senza di essi è peccato e dannazione dell’uomo.
La voglia di conoscere
15
Mio papà, Gualtiero Marello, che conobbe e “dicono” fu amico di Mario Bergoglio è l’autore di questo libro. Ho pubblicato altri volumi, sempre riguardante suoi scritti, a temi diversi per quella voglia che ho, e continuo avere, di conoscere mio padre. Avevo diciannove anni e lui è partito per il Paradiso; troppo presto per capire e averne il ritratto di uomo dal solido cammino spirituale, dai modi tipici di un galantuomo all'antica, dotato di una forte tempra morale, ma soprattutto improntata ad una profonda pietà verso l'umanità sofferente. Sono pubblicazioni limitate che condivido con i miei numerosi fratelli e con quanti lo conobbero.
mercoledì 17 giugno 2015
Due studenti
14
Vittorio Croce - Stefano Masino
UNA FAMIGLIA DI NOME BERGOGLIO
editore GAZZETTA D'ASTI
edizione 2014
pagine 112
formato 17x24
brossura
10.00 €
http://www.astilibri.com/cultura/famiglia_bergoglio.htm
Stefano Masino
Gazzetta d'Asti
Contemporaneo
di Mario Bergoglio, il dottor Gualtiero Marello (1906-1971) conobbe e fu amico
del futuro padre di Papa Francesco. Sotto la sua Presidenza, nel novembre 1925,
la Federazione giovanile cattolica astigiana costituisce la “Scuola
Conferenzieri”.
A
poco distanza di tempo una dall’altra, nelle prime domeniche di dicembre, i due
studenti tengono alla Fulgor di Asti due conferenze: a Bergoglio compete quella
sul Papato; a Marello è assegnata quella intitolata: “Come si costituisce un
circolo giovanile”...
INFORMACION RELIGIOSA Presidente de la Federaciòn Juvenil de Asti (1925) y del grupo “Laureati A.C.” (Universitarios Acciòn Catòlica) Gualtiero Marello: el mèdico de los pobres que fue amigo de Mario Bergoglio Contemporàneo de Mario Bergoglio, el Dr. Gualtiero Marello (1906-1971) conociò y fue amigo del futuro padre del Papa Fracisco. Bajo su presidencia, en novembre del 1925, la Federaciòn Juvenil Catòlica astigiana construyò la “Scuola Conferenzieri” (escuela conferencistas) A poca distancia de tiempo entre uno y otro, en los primeros domingos de diciembre, los dos estudiantes realizan a la Fulgor de Asti dos conferencias: a Bergoglio le toca la conferencia sobre el Papado; a Marello se le asigna la intitulada “como se construye un cìrculo juvenil” La existencia de Gualtiero Marello es señada fuertemente de su permanencia como prisionero en Grecia como Teniente mèdico en la Fuerza Armada del Ejèrcito Italiano. De aquella tràgica experiencia, iniciada el 9 de septiembre 1943, nace su manuscrito “Apuntes de un Teniente Mèdico” bajo el tìtulo “Prigioniero 589” (prisionero 589) publicado en el 2002 a cargo de su hijo farmacista Alberto. Gualtiero, nacido en Cremolino de Alberto y Antonietta Bodrato el 14 abril 1906, tiene trentaisiete años, desde cinco està casado con “Nini”, Angela Delfino, nativa de Genova Pegli, de diez años màs jòven. Es papà de Paolo, cuatro años, y de Enrico, dos años. Terminada la guerra, desembarca en Taranto y comienza a seguir las huellas de un viejo amigo sacerdote, que es pàrroco en Lizzano, un pueblo de la diocesis tarantina. Don Filippo Berzano es la guia espiritual a la que piensa apenas libre; lo conoce en los años veinte, durante la militancia juvenil en la Acciòn Catòlica. La juventud masculina de A.C. naciò en Asti en el 1913 como Federaciòn Juvenil Catòlica Astigiana. El primer asistente fue don Filippo Berzano, nacido en Casabianca el 10 abril 1878 y ordenado sacerdote en el 1905. Fue asistente de la juventud masculina hasta el 1928 y desde el 1919 al 1928 fue tambien presidente de la Junta diocesana. El Dr. Gualtiero Marello, entre las caras nuevas del laicado, desde el 1925 es presidente diocesano de los jòvanes y colabora con la dirigencia regional, entra en contacto con Gedda y Carretto. Particularmente intensa en esos años fue la obra formativa del asistente diocesano don Alfredo Bianco (1898-1965) a travès de la promociòn de la escuela de cultura religiosa, los ejercicios espirituales, los conveños. Don Alfredo, Director de la Gazzetta d’Asti desde el 1929, luego pàrroco en Mongardino y capellàn del cementerio, se convertirà en un gran amigo del Dr Marello. Despues de la prisiòn, en casa Marello nacen Maria Antonietta (1946), Chiara (1948), Alberto (1951), Pia Maria (1954) y Giorgio (1956). Por trentaicinco años, hasta la muerte que tuvo lugar el 15 de enero 1971 en Genova, fue mèdico de familia en Asti ciudad y pueblos de la zona Sur, Montemarzo-San Marzanotto. Por numerosos años fue presidente del Colegio Provincial de Mèdicos y de la Asociaciòn de Mèdicos de Familia. Mèdico del Orfanato Michelerio, del geriatrico “Maina” y de la obra pia “Telline”, fue acompañante mèdico de la “Unitalsi” a Lourdes por venite años. Tambien, fue mèdico del trabajo en las fàbricas “cittadine Way-Assauto y Vetrerie”, de la Stipel (luego SIP) y de las Ferrovìas del Estado. En estrecha conexiòn con los empeños profesionales, retoma la participaciòn a la vida de la Asociaciòn Catòlica astigiana, llegando a ser, como ha escrito Monseñor Guglielmo Visconti, que fue grande amigo, “testimonio e interprete del laicado catòlico astigiano” durante el Espiscopado del Vescovo Giacomo Cannonero (1950-1970) Funda el grupo “Laureati” (universitarios) di Acciòn Catòlica y por màs de veinte años fue el alma, a parte de ser el presidente. Es amigo personal del Profesor Silvio Golzio, Presidente del movimento desde el 1949 al 1964. El movimento Universitarios de A.C. naciò en italia entre el 1932 y el 1934 por iniziativa de jòvenes universitarios provenientes de la Fruci, que desde el 1925 al 1933 tuvo como asistente Monseñor Giovanni Battista Montini, que llegò a ser màs tarde Paolo VI. En su funeral, en el camposanto de San Marzanotto, es llamado el “mèdico de los pobres”. Stefano Masino traducciòn del artìculo publicado en el Diario la Gazzetta d'Asti 7 febbraio 2014 |
martedì 16 giugno 2015
Il benvenuto
13
L'EPISCOPATO DI MONSIGNOR UMBERTO ROSSI 1932-1952
editore GAZZETTA D'ASTI
edizione 2015
pagine 320
formato 16,5x23,5
brossur
Gualtiero Marello,
ventisei anni compiuti e già medico abilitato da quindici mesi, era tra le
personalità raccolte nella saletta d'onore della Stazione ferroviaria di Asti
per ricevere l'arrivo del neo vescovo di Asti, monsignor Umberto Rossi,
domenica 3 luglio 1932 (pag.29 del volume).
Apostolo laico
12
Guglielmo Visconti
L'episcopato di Monsignor Giacomo Cannonero 1950-1971. Lineamenti per una storia
Genere: religioni cristiane
Editore: Diffusione Immagine Associati
Data uscita: 01/2012
Pagine: 272
Formato: brossura
Pagine: 272
Formato: brossura
EAN: 9788889277447
Guglielmo Visconti
Il
dottor Gualtiero Marello è senza dubbio la personalità che si presenta al
meglio come un autentico testimone e interprete del laicato cattolico astigiano
durante l’Episcopato di Monsignor Giacomo Cannonero. In suo favore gioca anche
il fatto che, essendo nato a Cremolino, condivide con il Vescovo le comuni
origini “acquesi”. Questo facilita il rapporto personale e - per la diversità
di sensibilità e di stile di atteggiamenti e comportamenti - senza dubbio
apporta un positivo influsso sull’azione pastorale del Vescovo, anche se
Monsignor Cannonero non ha mai assimilato lo “spirito” del Concilio pur
rispettandone e applicandone “la lettera”.
lunedì 15 giugno 2015
Fede cristiana
11
Azione Cattolica Italiana, Delegazione regionale Piemonte - Valle d'Aosta.
Laici nella Chiesa, cristiani nel mondo
Per una storia dell'Azione Cattolica nelle chiese locali
del Piemonte e Valle d'Aosta.
€ 20,00
N. standard: ISBN 9788861950306
375 p. : ill. ; 24 cm. + 1 dvd
Curatore –
Vittorio Rapetti
Editore - Acqui
Terme: Impressioni Grafiche (collana
Storia arte territorio), 2010
domenica 14 giugno 2015
Dante in penna
inchiostro
di Alberto Marello
Prezzo di vendita € 8,50
Prezzo di copertina € 9
Poesie
2a edizione 6/2011
Formato 12x18 - Copertina Morbida - bianco e nero
88 pagine
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=617385
sabato 13 giugno 2015
Parla Chicco
Asti - La Stampa
Sui 50 metri nemmeno il grande Livio Berruti alla fine
degli Anni Cinquanta ce la faceva a superarlo, Quante volte si sono sfidati sui
cento metri! Chicco aveva un'accelerazione pazzesca, poi Berruti lo rimontava
nelle ultime falcate e vinceva perché Chicco aveva questo maledetto vizio di
fumare e alla distanza calava. Conosciutissimo sia per i suoi trascorsi
sportivi che per quelli di medico è morto a 64 anni a causa di un tumore ai
polmoni. Un male assurdo per lui che era medico pneumologo.
Chicco era un
personaggio poliedrico. Si era laureato in medicina all'Università di Genova,
ma la carriera scolastica non gli aveva impedito di proseguire quella
agonistica. E anche nello sport aveva dimostrato tutta la sua versatilità:
portiere di calcio prima, specialista nella velocità poi (100 e 200 metri
piani), eccelleva anche nel salto in lungo, nel salto con l'asta e nel
decathlon ed era stato infine anche arbitro di basket. Chicco aveva militato
nella Virtus Don Bosco, nella Virtus Torino e nel Cus Genova. Era stato
primatista provinciale sui 100 metri. Aveva una passione enorme per l'atletica
leggera: in una circostanza litigò violentemente con un giudice che lo aveva
squalificato in una gara di salto in lungo; dovette scrivere alla federazione
una lettera nella quale chiedeva scusa per il suo comportamento. Un'altra volta
ancora, correva i 1500, partì veloce. Troppo veloce: negli ultimi giri non ce
la faceva più, ma non mollò. Svenne a 100 metri dall'arrivo e dovettero
rianimarlo e portarlo via con un'ambulanza. Appassionato, grintoso, forse anche
scaramantico: durante tutta la sua carriera gareggiò sempre con lo stesso paio
di calzoncini. Non se ne sarebbe separato per alcuna ragione. Alla fine erano
scuciti, strappati, distrutti, ma lui voleva quelli. Da giovane fumava molto:
appena prima di gareggiare non sapeva rinunciare alle sue due sigarette. E così
Berruti lo rimontava... Da otto anni aveva smesso. forse troppo tardi.
venerdì 12 giugno 2015
Le stagioni della mia vita
Carla Palazzo
Tratteggiare il carattere di uno scrittore è difficile, eppure se continui a leggere "inchiostro" scoprirai il rispetto dei valori umani e la capacità di far nascere la poesia. Il poeta guarda nel proprio intimo per poi farci conoscere i sentimenti, la speranza, i rimpianti, la nostalgia e avverte forte il fascino della natura. Marello conclude scrivendo "non ti chiedo scusa per quanto ho scritto, ti chiedo scusa per quanto non ho scritto". Io aggiungo: continui a scrivere e avrò la possibilità di leggere e imparare.
giovedì 11 giugno 2015
Intimo infinito
Gian Luigi Bonardi
L’essere spirituale di Cagliostro è la veste poetica di Alberto Marello, parole che escono da un calamaio di intimità assorbite da un pennino dal sapore romantico che si imprime sul foglio con un’armonia metrica antica. Nell'inchiostro si fondono i sentimenti e le incertezze del poeta, timido osservatore, impavido costruttore della propria strada, parole, come osserva l’autore stesso, che si espandono nell'infinito per riempire di sé l’infinito. I versi sono un'analisi interiore attenta e perspicace dell’autore riguardo alla propria ispirazione poetica.
mercoledì 10 giugno 2015
Un bel leggere
Cristina Trentin
Pensieri
ed emozioni di un cuore sensibile e appassionato, i cui versi divengono
delicata melodia.
Salvatore Orga
La
possibilità di saper scrivere le proprie emozioni, sensazioni ci dà la
consapevolezza di essere sempre presenti, sempre concreti, sempre noi
stessi..... sempre, ovunque, a qualunque età.
Carla Pavone
Due
immagini mi hanno colpito. Il parallelo tra il discorso verbale e lo scrivere:
la diretta trasmissione delle parole "sotto il timore di dire troppo o
troppo poco". E l’immagine dell’uomo che a casa degli altri si sente
ospite, "importuno, taciturno, un pesce fuor d’acqua". Onore al
merito di rendersi così trasparenti agli altri, in modo diretto e non
attraverso la narrazione in terza persona.
Laura Bracali
Pensieri
e poesie di incantevole intensità, come intense sono le "forze in
urto" nella vita di ognuno ... sentirle, riconoscerle, accettarle e
seguirle, forse è quanto di più difficile l’uomo riesca realmente a fare.
Maria P.
Scarpetta
Oggi
come oggi lo stile cosiddetto moderno ha smesso di essere originale. In questo
libro invece la ricerca di una comunicazione sincera ed autentica attinge al
bagaglio culturale dell’autore ed è sicuramente originale.
Elisabetta
Il
tuo è un inchiostro che lascia il segno e si vede sin dalle prime pagine. Il
tuo percorso che hai deciso di rivelarci ci mostra come sentimenti contrastanti
facciano scaturire spesso delle emozioni così forti che chi è poeta riesce a
ben esprimere con le parole. Grazie per averci regalato la tua perla!
Nicola Mione
Non
è solo poesia che ricuce, è quel suo scavarsi dentro per ricucire il pensiero,
quel suo cercare di comprendersi, sperando che sia compreso... un bell'andare
per la via della memoria. Da leggere!
martedì 9 giugno 2015
Tre generazioni
10
Trentasette poesie inserite in un percorso interiore, intensamente lirico, dove riflessione e sentimento partecipano con un lessico superato, ma gradevole. Sono estratti d’inchiostro che tendono al recupero di testimonianze di generazioni che furono e che sono state, da inserire nella memoria storica di chi è presente e futuro.
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