giovedì 17 agosto 2017

Parrocchiani visti dalla canonica


Vittorio Croce

Alberto Marello ha pubblicato un interessante volume che riporta le note del padre Gualtiero, noto a tutti come il dottor Marello, stese in seguito alle visite condotte nelle parrocchie di campagna in qualità di presidente diocesano dell'Azione Cattolica. Una raccolta molto interessante per capire il clima di quell'epoca, gli anni sessanta, l'epoca dell'inizio del Concilio Vaticano II, in Asti segnata dall'episcopato di mons. Giacomo Cannonero, che dava grande importanza all'AC e grande fiducia al dottor Marello.
Si tratta di più di 100 schede redatte dai dialoghi con i vari parroci: più o meno dettagliate, sempre gustose e puntuali, raccolte sotto il titolo "Noi parrocchiani osservati dalla finestra della canonica anni sessanta". In copertina il maggiolino Volkswagen di Gualtiero Marello, tuttora funzionante, davanti alla facciata della parrocchiale di San Marzanotto.
Una lettura gustosa, come si diceva, ma anche molto istruttiva, per documentare una storia di cui siamo figli, quella delle nostre comunità campestri, 113 parrocchie per l'esattezza divise in 14 vicarie (Celle Enomondo, San Damiano, Valfenera, Villanova, Montafia, Serravalle, Camerano, Montechiaro, Piovà, Portacomaro, Castagnole Monferrato, Rocca d'Arazzo, Mombercelli, Costigliole).
Non documentazione scientifica secondo i crismi della ricerca sociologica, forse, ma testimonianza al vivo di come i parroci vivevano la loro missione in quegli anni di svolta, in cui appariva già chiaro il declino di molte pratiche tradizionali.
Evidente la passione pastorale dei preti di quel tempo, alcuni ancora viventi, legata anche alla sofferenza per il calo di presenze alla messa festiva, per la difficolta a raccogliere i giovani, ma anche per l'acutezza della battaglia politica, la crisi dell'agricoltura di fronte all' emigrazione verso Torino, la novità crescente dell'immigrazione dal Veneto con i suoi chiaroscuri, fino alla "inascoltata predicazione" contro il ballo. Traspare dalle diverse relazioni soprattutto lo stile e la mentalità dei parroci del tempo, dall'essenzialità di qualcuno (si veda il caso di Casasco, la parrocchia più piccola della diocesi) al dettaglio quasi ragionieristico di altri.
"E' evidente - scrive Alberto Marello nell'introduzione - che tutti i dati sono importanti: le condizioni economiche della popolazione, la conoscenza dei divertimenti preferiti, gli orientamenti della gioventù, il senso di disciplina alle direttive della Chiesa, lo studio di tutte le esperienze tentate e fatte in campo spirituale e organizzativo. Un complesso di dati per trarre un giudizio sulla situazione dell'Azione Cattolica per rilanciarla con maggiore prestigio".
Cosa che purtroppo non è avvenuta, anzi. Ma questo è il nostro compito per l'oggi.

martedì 2 maggio 2017

Significativa testimonianza


Marco Guarona

Ancora un libro originale, significativa testimonianza di un tempo ormai lontano, per molti di noi poco conosciuto o del tutto insospettato. Anche per me, cattolico per educazione, ateo per convinzione, poco estimatore della Chiesa come istituzione, estimatore dei tanti religiosi o laici che sul campo praticano il loro credo, è di grande interesse scoprire come i cattolici ferventi ed i parroci degli anni '60 valutavano la società dell'epoca, cosa giudicavano morale o sintomo di una corruzione dei costumi. Chi oggi valuterebbe quanti paesani votano comunista, o considerano il ballo o lo scorazzare in motoretta come indici di potenziale lassismo morale? Tv e cinema strumenti di distrazione dalla pratica della fede? Oggi ben altri sono i fattori di corruzione dei giovani o delle famiglie. Come nelle pubblicazioni precedenti i documenti originali non concepiti per una diffusione al pubblico sono esenti da qualsiasi intento propagandistico o di strumentalizzazione ma sono espressione dell'effettivo pensiero di chi li ha redatti. Chi si avvicina alla storia passata o recente con spirito libero, con la pura curiosità di conoscere i fatti di un certo momento storico sono una fonte straordinaria: da queste note e non da documenti ufficiali si è introdotti nel pensiero di parte cattolica dell'epoca: Nello stesso tempo si percepiscono già elementi che renderanno inutile l'argine debole che la sola buona volontà poteva contrapporre al declino del cattolicesimo praticante: l'età avanzata dei parroci, la fuga verso le città , l'immigrazione interna, le migliori prospettive economiche, non certo la temuto ideologia comunista che poi si è dissolta nel tempo a sua volta, come abbiamo visto. E' il quadro di un'epoca che non c'è più, colta ai primi sintomi della sua scomparsa,come è quasi scomparsa la vita di paese che ho conosciuto nella mia infanzia.

martedì 28 marzo 2017

Singole realtà e analisi critica


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Gli anni sessanta sono periodi del miracolo economico, del progresso scientifico e tecnologico.
Politicamente l’Italia si sposta a sinistra; nel sociale vi è un aumento dell’emancipazione femminile.
Sul piano religioso si nota un aumento dell’ateismo e il crescere dell’ecumenismo.
Per i ragazzi degli anni sessanta la società italiana ha una copertura autoritaria, clericale, classista, che avvolge e immobilizza il paese e che deve essere radicalmente trasformato.  Il 1968 altro non è che quest'esplosione a livello mondiale delle volontà e dei bisogni di una nuova generazione. 
La moderna società è un mondo nuovo. In questo mondo nuovo il processo di crescita determina conseguenze notevoli all’attività pastorale. Le Parrocchie rurali e quelle urbane sono in difficoltà; il sopore del cristiano è evidente e l’Azione Cattolica tramite le Giunte parrocchiali sono preposte ad attuare il grande risveglio.
Le difficoltà tra Parrocchie rurali e cittadine sono differenti e richiedono uno studio separato. Quelle più in sofferenza sono le rurali: spopolamento dei paesi e specialmente della popolazione giovane, immigrazione dal sud, Parrocchie con Parroci anziani e stanchi, metodi e iniziative senza calore ed entusiasmo, divisioni e contrasti in seno alle comunità paesane, grave problema morale della gioventù maschile e femminile, socialismo e comunismo sempre più diffuso.
Siamo negli anni sessanta e certi problemi che oggi fanno sorridere erano presi in seria considerazione, a tal punto che il Vescovo pretendeva l’osservanza delle norme stabilite. Parlo delle disposizioni sulla televisione, ma esisteva il problema del ballo e del dopo ballo, il problema del cinema, e addirittura il motorino era considerato un congegno del diavolo.
La Presidenza di Giunta di Azione Cattolica aveva fissato con l’Unione Donne e l’Unione Uomini, in collaborazione con la Gioventù Femminile e la Gioventù Maschile, un ciclo di visite nelle Parrocchie rurali della Diocesi.
Questa iniziativa di visite aveva solo scopo informativo. Voleva conoscere le varie situazioni locali dal punto di vista religioso, morale, ideologico, e capire la reale efficienza dell’Azione Cattolica parrocchiale, con tutte le difficoltà che l’Azione Cattolica incontrava nei particolari ambienti.
E’ evidente che tutti i dati erano importanti: le condizioni economiche delle popolazioni, la conoscenza dei divertimenti preferiti, gli orientamenti della gioventù, il senso di disciplina alle direttive della Chiesa, lo studio di tutte le esperienze tentate e fatte in campo spirituale e organizzativo.
Da tutto questo complesso di dati, più o meno completo, ma sempre tale da essere di grande utilità, si doveva trarre un’analisi critica delle varie singole realtà: un giudizio della situazione dell’Azione Cattolica in visione sintetica e uno studio per provare i rimedi sia sul piano Diocesano sia sul piano delle singole Parrocchie, per eliminare le deficienze, migliorare e possibilmente rilanciare con maggior prestigio l’Azione Cattolica.
Il resoconto di queste visite è l’essenza di questa opera.