martedì 23 giugno 2015

Parliamo di Azione


NULLA SENZA IL VESCOVO
Nihil sine Episcopo
di Gualtiero Marello

Genere letterario: Religione
Dedica: a Francesco Bricchi          
Anno pubblicazione: 2015
Formato: 15x23
Foliazione: 124
Copertina: morbida       
Stampa: bianco nero
Prezzo 10,00 €

http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/categoria/117526/nulla-senza-il-vescovo/  



La vocazione del Cristiano nella Chiesa e nel Mondo e la spiritualità del Cristiano laico. Azione temporale, apostolato individuale e apostolato organizzato.
Il contributo dell'Azione Cattolica alla preparazione del Concilio Vaticano II.


lunedì 22 giugno 2015

Sua Santità


Mons. Peter B. Wells

Sua Santità il Papa Francesco ha ricevuto con riconoscenza le devote espressioni di affetto e spirituale vicinanza recentemente inviate, unite ad un cortese omaggio.
Il Sommo Pontefice, Che ha particolarmente gradito il premuroso gesto, auspica che la grazia e l’amore del Signore continuino ad accompagnare e ad illuminare il cammino di fede e di testimonianza cristiana e, mentre invoca la celeste protezione della Vergine Maria, di cuore invia la Benedizione Apostolica, pegno di ogni desiderato bene, estendendola volentieri alle persone care.  

domenica 21 giugno 2015

Come giovane sacerdote


Angelo Card. Sodano

Egregio e caro Signor Marello,
Le sono molto grato per il gentile omaggio del libro da Lei scritto “Nulla senza il Vescovo”, da Lei preparato con tanto amore a ricordo del Suo compianto papà Gualtiero.
La pubblicazione mi ha fatto rivivere quegli anni cinquanta, durante i quali anch'io, come giovane sacerdote insegnante in Seminario, ebbi la fortuna di conoscere ed apprezzare Suo papà.
Ricordo che allora, per molti di noi il Dott. Gualtiero Marello era una personalità che ammiravamo come esempio di laico cristiano, che testimoniava con la sua vita e con la sua opera quella fede profonda che professava.
A Lei, quindi, vada la mia riconoscenza per tale pubblicazione, con l’assicurazione della mia preghiera per Lei e per i Familiari tutti.

sabato 20 giugno 2015

L'attenzione


Francesco Ravinale, Vescovo

Stim.mo Signor Alberto Marello,
ho ricevuto con piacere il volume che Ella ha curato per approfondire la memoria del suo caro papà e la ringrazio di cuore.
Il titolo “Nulla senza il Vescovo”  ha naturalmente attirato la mia attenzione. Quando ho scoperto che si trattava di uno spaccato dell’Azione Cattolica anni ’60 il mio interesse è ulteriormente cresciuto, perché si trattava di un periodo estremamente delicato nella storia della nostra Diocesi.
Soprattutto la ringrazio per avermi dato modo di conoscere la figura di un uomo coerente, capace di dare la sua cooperazione generosa e anche di staccarsi, per evidenziare le carenze di una situazione non al passo con il Concilio Vaticano II e le sue affermazioni sul popolo di Dio e sui laici.   
Sperando di saperne fare adeguatamente tesoro, auguro a tutti noi che il Signore ci conceda di vivere con frutto la prossima Pasqua di Risurrezione.

venerdì 19 giugno 2015

Popolo di Dio

Marino Quartara

Il libro attualizza il tema specifico del decreto conciliare sull'apostolato dei laici, Apostolicam Actuositatem (18 novembre 1965). A cinquant'anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, tutta la bellezza e la novità dell’insegnamento conciliare sui laici è riproposto  in questo libro e fa riflettere sullo stato attuale del pensiero teologico e della prassi pastorale in relazione al laicato e soprattutto per confrontarsi con le grandi sfide che interpellano i fedeli laici nel contesto sociale e culturale odierno. In particolare il tema del rapporto Pastore e popolo di Dio. Mi pare di poter  focalizzare nella parole del vangelo di Giovanni: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi»[1] Gv 20,21  e in Gv 17,18, nella preghiera di Gesù al Padre per i discepoli: 'la consacrazione nella verità'  che il libro propone alla riflessione. Parole queste che associano alla missione del vescovo e indicano la struttura dell’incarico in forza di un comando dall'alto. L’ufficio dei dodici, una cerchia determinata che rappresenta la totalità del popolo di Dio, ma che non coincide con la totalità dei chiamati. All'interno di quel gruppo, spicca la posizione di Pietro della quale danno testimonianza i Vangeli e le lettere di Paolo (1Cor 5,5). Pietro resta sempre al centro, come punto di convergenza e di unità dei due gruppi che all'inizio formano la Chiesa: quello di origine giudeo cristiana e quello di origine pagana.
Altro aspetto, con implicazioni importanti riguardo l’organizzazione pastorale, è costituito, senz'altro, da ciò che riguarda il ruolo attivo di tutti i christifideles nell'edificazione della Chiesa e la presa di coscienza della chiamata universale alla santità,  della ‘communio sanctorum’. Del “popolo di Dio”. A me pare che il libro oltre a rappresentare uno stimolo per una rinnovata riflessione teologica e pastorale sulla missione del laicato cattolico nel mondo contemporaneo, ben inquadri la nuova stagione evangelizzatrice caratterizzata dalla gioia promossa da Papa Francesco.

La strada del bene


Enrica Comollo

Egregio dottor Alberto Marello.
Premetto: Il dottor Gualtiero, papà speciale e impareggiabile, con il Suo “vivere” e “operare” ha tracciato la strada del bene che noi, piccoli credenti, dovremmo un pochino percorrere.
Con grande sensibilità e passione hai realizzato e pubblicato le sue memorie, portando alla luce i valori alti di cristiano autentico: un cuore colmo di misericordia, che significa amare in grande; mantenere vivo e attivo lo spirito, la fede, la cultura e l’amore per tutto ciò che Vale. Che bello!
L’Azione Cattolica alfianese  (anni 1950-1970) l’ho vissuta con amore, entusiasmo, curando amicizie belle, pulite. Fu guidata da parroci attivi con circoli giovanili e congressi eucaristici partecipati. Eravamo felici con poco. Ancora oggi queste emozioni fanno lievitare il cuore. Dal tuo libro, impaginato molto bene, emerge la vita sociale di quel tempo: severità e rigore, ma pure divertimenti semplici, giocosi.
Bella la copertina, significativa e appropriata: logo dell’Azione Cattolica. All'interno fotografie d’epoca: stupende!
Il dottor Gualtiero superò, con l’aiuto di Dio, contrasti, dissapori, sofferenze, pure nell'ambito della Sua tanto amata Azione Cattolica, Lui Dirigente integerrimo. Un libro ricco di insegnamenti, merita davvero di essere letto, ascoltato, riflettuto.
Grazie di cuore. Dio doni ogni bene a te e alla tua bellissima famiglia. Con stima e affetto.

E mi voleva bene


Luigi Mura

Carissimo dottor Alberto,
come già da età giovanile facevo parte dell’Azione Cattolica, appena arrivato in terra astigiana non ho fatto altro che interessarmi di questa, fu verso il 1958. Fui accolto benignamente, come dal dottor Marello anche dal vicepresidente maestro Doglione, e feci parte dell’Azione Cattolica astigiana, che in quel periodo era floridissima. Ecco che cominciarono gli incontri all'Oasi dell’Immacolata, gli Esercizi Spirituali nel novarese, e via dicendo. A dire la verità il Presidente Marello non sempre era presente, il suo tenace attaccamento al dovere di professione non glielo permettevano, quindi lasciava tutto quell'impegno al maestro Doglione, il quale poi lo portava bene a compimento. Io ero così contento ed entusiasta che rasentavo il fanatismo, tanto ché il Presidente ci rideva e ci scherzava. E mi voleva bene, come a tutti. Mi ricordo che una volta dovendo andare appunto agli Esercizi venne incontro lui a proprie spese; e pensare che aveva una famiglia numerosa e un alloggio da comprare, o appena già comprato. Ed appunto nel mentre lui faceva il trasloco, quindi immaginiamoci che premura, aveva strappato il tempo per dare risposta ad una mia lettera, cui chiedevo un possibile posto come infermiere nell'ospedale di Asti; essendo io a quell'epoca privo di un lavoro fisso, che venne invece dopo a tempo giusto. E’ bene ricordare che durante la vendemmia della prima vigna che comprai mi mandò due, mi sembra, delle sue graziose figlie, oggi saranno madri e anziane, non tanto; in più c’erano i figli del maestro Doglione ed altri amici loro.
Il destino inesorabile l’ha preso ancora in età prematura. Se non avete ereditato le sue esimie qualità di una grande fede e di un fecondo apostolato mantenete e sviluppate quell'educazione che certamente vi avrà teneramente elargito; e così anche Voi la trasmetterete ai vostri figli, in modo che il mondo segua la sua strada nella via della fede e della ragione.  


giovedì 18 giugno 2015

Linee di riflessione


Alberto Marello

Negli anni ’60 si discuteva e si analizzava la società italiana e la sua rapida trasformazione, il processo di scristianizzazione, la tradizione laicista sull'ateismo materialista. Oggi, in questo mondo, dove si sta compiendo lo sviluppo dell’integrazione economica sociale e culturale tra le varie regioni della Terra, il laico attivamente impegnato in apostolato associato discute e analizza la realtà del mondo (con il dovuto distinguo temporale) in forma simile a cinquant'anni fa.
Mi farebbe piacere che Dirigenti laici d’oggi manifestassero volontà a leggere queste poche pagine di recente pubblicazione in cui si indicano le linee lungo le quali la responsabilità del laicato cattolico può maturare nella Chiesa; quale apporto può darvi l’Azione Cattolica e quale rinnovamento di spirito e di azione (metodo, programmi, strutture) è necessario perché l’Azione Cattolica possa davvero collaborare al rinnovamento della Chiesa.
Caro Dirigente di Azione Cattolica, noterai che quello che scriveva mio padre (le riflessioni di fondo) è estremamente attuale e che è fondamento di qualsiasi dibattito nel nostro tempo. Unità, amore, rispetto, sono valori irrinunciabili e eterni. La realtà del mondo senza di essi è peccato e dannazione dell’uomo.

La voglia di conoscere


15


Mio papà, Gualtiero Marello, che conobbe e “dicono” fu amico di Mario Bergoglio è l’autore di questo libro. Ho pubblicato altri volumi, sempre riguardante suoi scritti, a temi diversi per quella voglia che ho, e continuo avere, di conoscere mio padre. Avevo diciannove anni e lui è partito per il Paradiso; troppo presto per capire e averne il ritratto di uomo dal solido cammino spirituale, dai modi tipici di un galantuomo all'antica, dotato di una forte tempra morale, ma soprattutto improntata ad una profonda pietà verso l'umanità sofferente. Sono pubblicazioni limitate che condivido con i miei numerosi fratelli e con quanti lo conobbero. 


 

mercoledì 17 giugno 2015

Due studenti


14

Vittorio Croce - Stefano Masino

UNA FAMIGLIA DI NOME BERGOGLIO


editore GAZZETTA D'ASTI
edizione 2014
pagine 112
formato 17x24
brossura
10.00 € 
http://www.astilibri.com/cultura/famiglia_bergoglio.htm


Stefano Masino
Gazzetta d'Asti

Contemporaneo di Mario Bergoglio, il dottor Gualtiero Marello (1906-1971) conobbe e fu amico del futuro padre di Papa Francesco. Sotto la sua Presidenza, nel novembre 1925, la Federazione giovanile cattolica astigiana costituisce la “Scuola Conferenzieri”.
A poco distanza di tempo una dall’altra, nelle prime domeniche di dicembre, i due studenti tengono alla Fulgor di Asti due conferenze: a Bergoglio compete quella sul Papato; a Marello è assegnata quella intitolata: “Come si costituisce un circolo giovanile”...

Seconda Liceo anno 1922-23. Gualtiero Marello è il biondino in mezzo (Asti 20 ottobre 1923)


INFORMACION RELIGIOSA

Presidente de la Federaciòn Juvenil de Asti (1925) y del grupo “Laureati A.C.” (Universitarios Acciòn Catòlica)

Gualtiero Marello: el mèdico de los pobres que fue amigo de Mario Bergoglio

Contemporàneo de Mario Bergoglio, el Dr. Gualtiero Marello (1906-1971) conociò y fue amigo del futuro padre del Papa Fracisco. Bajo su presidencia, en novembre del 1925, la Federaciòn Juvenil Catòlica astigiana construyò la “Scuola Conferenzieri” (escuela conferencistas)
A poca distancia de tiempo entre uno y otro, en los primeros domingos de diciembre, los dos estudiantes realizan a la Fulgor de Asti dos conferencias: a Bergoglio le toca la conferencia sobre el Papado; a Marello se le asigna la intitulada “como se construye un cìrculo juvenil”
La existencia de Gualtiero Marello es señada fuertemente de su permanencia como prisionero en Grecia como Teniente mèdico en la Fuerza Armada del Ejèrcito Italiano. De aquella tràgica experiencia, iniciada el 9 de septiembre 1943, nace su manuscrito “Apuntes de un Teniente Mèdico” bajo el tìtulo “Prigioniero 589” (prisionero 589) publicado en el 2002 a cargo de su hijo farmacista Alberto.
Gualtiero, nacido en Cremolino de Alberto y Antonietta Bodrato el 14 abril 1906, tiene trentaisiete años, desde cinco està casado con “Nini”, Angela Delfino, nativa de Genova Pegli, de diez años màs jòven. Es papà de Paolo, cuatro años, y de Enrico, dos años.
Terminada la guerra, desembarca en Taranto y comienza a seguir las huellas de un viejo amigo sacerdote, que es pàrroco en Lizzano, un pueblo de la diocesis tarantina. Don Filippo Berzano es la guia espiritual a la que piensa apenas libre; lo conoce en los años veinte, durante la militancia juvenil en la Acciòn Catòlica. La juventud masculina de A.C. naciò en Asti en el 1913 como Federaciòn Juvenil Catòlica Astigiana. El primer asistente fue don Filippo Berzano, nacido en Casabianca el 10 abril 1878 y ordenado sacerdote en el 1905. Fue asistente de la juventud masculina hasta el 1928 y desde el 1919 al 1928 fue tambien presidente de la Junta diocesana.
El Dr. Gualtiero Marello, entre las caras nuevas del laicado, desde el 1925 es presidente diocesano de los jòvanes y colabora con la dirigencia regional, entra en contacto con Gedda y Carretto.
Particularmente intensa en esos años fue la obra formativa del asistente diocesano don Alfredo Bianco (1898-1965) a travès de la promociòn de la escuela de cultura religiosa, los ejercicios espirituales, los conveños. Don Alfredo, Director de la Gazzetta d’Asti desde el 1929, luego pàrroco en Mongardino y capellàn del cementerio, se convertirà en un gran amigo del Dr Marello.
Despues de la prisiòn, en casa Marello nacen Maria Antonietta (1946), Chiara (1948), Alberto (1951), Pia Maria (1954) y Giorgio (1956).
Por trentaicinco años, hasta la muerte que tuvo lugar el 15 de enero 1971 en Genova, fue mèdico de familia en Asti ciudad y pueblos de la zona Sur, Montemarzo-San Marzanotto.
Por numerosos años fue presidente del Colegio Provincial de Mèdicos y de la Asociaciòn de Mèdicos de Familia.
Mèdico del Orfanato Michelerio, del geriatrico “Maina” y de la obra pia “Telline”, fue acompañante mèdico de la “Unitalsi” a Lourdes por venite años. Tambien, fue mèdico del trabajo en las fàbricas “cittadine Way-Assauto y Vetrerie”, de la Stipel (luego SIP) y de las Ferrovìas del Estado. En estrecha conexiòn con los empeños profesionales, retoma la participaciòn a la vida de la Asociaciòn Catòlica astigiana, llegando a ser, como ha escrito Monseñor Guglielmo Visconti, que fue grande amigo, “testimonio e interprete del laicado catòlico astigiano” durante el Espiscopado del Vescovo Giacomo Cannonero (1950-1970)
Funda el grupo “Laureati” (universitarios) di Acciòn Catòlica y por màs de veinte años fue el alma, a parte de ser el presidente. Es amigo personal del Profesor Silvio Golzio, Presidente del movimento desde el 1949 al 1964. El movimento Universitarios de A.C. naciò en italia entre el 1932 y el 1934 por iniziativa de jòvenes universitarios provenientes de la Fruci, que desde el 1925 al 1933 tuvo como asistente Monseñor Giovanni Battista Montini, que llegò a ser màs tarde Paolo VI.
En su funeral, en el camposanto de San Marzanotto, es llamado el “mèdico de los pobres”.

Stefano Masino

traducciòn del artìculo publicado en el
Diario la Gazzetta d'Asti 7 febbraio 2014





martedì 16 giugno 2015

Il benvenuto



13

L'EPISCOPATO DI MONSIGNOR UMBERTO ROSSI 1932-1952

editore GAZZETTA D'ASTI
edizione 2015
pagine 320
formato 16,5x23,5
brossur




Gualtiero Marello, ventisei anni compiuti e già medico abilitato da quindici mesi, era tra le personalità raccolte nella saletta d'onore della Stazione ferroviaria di Asti per ricevere l'arrivo del neo vescovo di Asti, monsignor Umberto Rossi, domenica 3 luglio 1932 (pag.29 del volume). 


Apostolo laico

12

Guglielmo Visconti

L'episcopato di Monsignor Giacomo Cannonero 1950-1971. Lineamenti per una storia

Genere: religioni cristiane
Editore: Diffusione Immagine Associati
Data uscita: 01/2012 
Pagine: 272 
Formato: brossura
EAN: 9788889277447






Guglielmo Visconti

Il dottor Gualtiero Marello è senza dubbio la personalità che si presenta al meglio come un autentico testimone e interprete del laicato cattolico astigiano durante l’Episcopato di Monsignor Giacomo Cannonero. In suo favore gioca anche il fatto che, essendo nato a Cremolino, condivide con il Vescovo le comuni origini “acquesi”. Questo facilita il rapporto personale e - per la diversità di sensibilità e di stile di atteggiamenti e comportamenti - senza dubbio apporta un positivo influsso sull’azione pastorale del Vescovo, anche se Monsignor Cannonero non ha mai assimilato lo “spirito” del Concilio pur rispettandone e applicandone “la lettera”.

lunedì 15 giugno 2015

Fede cristiana


11

Azione Cattolica Italiana, Delegazione regionale Piemonte - Valle d'Aosta.

Laici nella Chiesa, cristiani nel mondo

Per una storia dell'Azione Cattolica nelle chiese locali del Piemonte e Valle d'Aosta.  

€ 20,00
N. standard: ISBN 9788861950306
375 p. : ill. ; 24 cm. + 1 dvd
Curatore  – Vittorio Rapetti 
Editore -  Acqui Terme: Impressioni Grafiche  (collana Storia arte territorio), 2010





domenica 14 giugno 2015

Dante in penna

inchiostro
di Alberto Marello
 Prezzo di vendita € 8,50
Prezzo di copertina € 9
Poesie
2a edizione 6/2011
Formato 12x18 - Copertina Morbida - bianco e nero
88 pagine


http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=617385

sabato 13 giugno 2015

Parla Chicco


Asti - La Stampa

Sui 50 metri nemmeno il grande Livio Berruti alla fine degli Anni Cinquanta ce la faceva a superarlo, Quante volte si sono sfidati sui cento metri! Chicco aveva un'accelerazione pazzesca, poi Berruti lo rimontava nelle ultime falcate e vinceva perché Chicco aveva questo maledetto vizio di fumare e alla distanza calava. Conosciutissimo sia per i suoi trascorsi sportivi che per quelli di medico è morto a 64 anni a causa di un tumore ai polmoni. Un male assurdo per lui che era medico pneumologo. 
Chicco era un personaggio poliedrico. Si era laureato in medicina all'Università di Genova, ma la carriera scolastica non gli aveva impedito di proseguire quella agonistica. E anche nello sport aveva dimostrato tutta la sua versatilità: portiere di calcio prima, specialista nella velocità poi (100 e 200 metri piani), eccelleva anche nel salto in lungo, nel salto con l'asta e nel decathlon ed era stato infine anche arbitro di basket. Chicco aveva militato nella Virtus Don Bosco, nella Virtus Torino e nel Cus Genova. Era stato primatista provinciale sui 100 metri. Aveva una passione enorme per l'atletica leggera: in una circostanza litigò violentemente con un giudice che lo aveva squalificato in una gara di salto in lungo; dovette scrivere alla federazione una lettera nella quale chiedeva scusa per il suo comportamento. Un'altra volta ancora, correva i 1500, partì veloce. Troppo veloce: negli ultimi giri non ce la faceva più, ma non mollò. Svenne a 100 metri dall'arrivo e dovettero rianimarlo e portarlo via con un'ambulanza. Appassionato, grintoso, forse anche scaramantico: durante tutta la sua carriera gareggiò sempre con lo stesso paio di calzoncini. Non se ne sarebbe separato per alcuna ragione. Alla fine erano scuciti, strappati, distrutti, ma lui voleva quelli. Da giovane fumava molto: appena prima di gareggiare non sapeva rinunciare alle sue due sigarette. E così Berruti lo rimontava... Da otto anni aveva smesso. forse troppo tardi.

venerdì 12 giugno 2015

Le stagioni della mia vita


Carla Palazzo

Tratteggiare il carattere di uno scrittore è difficile, eppure se continui a leggere "inchiostro" scoprirai il rispetto dei valori umani e la capacità di far nascere la poesia. Il poeta guarda nel proprio intimo per poi farci conoscere i sentimenti, la speranza, i rimpianti, la nostalgia e avverte forte il fascino della natura. Marello conclude scrivendo "non ti chiedo scusa per quanto ho scritto, ti chiedo scusa per quanto non ho scritto". Io aggiungo: continui a scrivere e avrò la possibilità di leggere e imparare.

giovedì 11 giugno 2015

Intimo infinito



Gian Luigi Bonardi 

L’essere spirituale di Cagliostro è la veste poetica di Alberto Marello, parole che escono da un calamaio di intimità assorbite da un pennino dal sapore romantico che si imprime sul foglio con un’armonia metrica antica. Nell'inchiostro si fondono i sentimenti e le incertezze del poeta, timido osservatore, impavido costruttore della propria strada, parole, come osserva l’autore stesso, che si espandono nell'infinito per riempire di  l’infinito. I versi sono un'analisi interiore attenta e perspicace dell’autore riguardo alla propria ispirazione poetica.

mercoledì 10 giugno 2015

Un bel leggere

Cristina Trentin
Pensieri ed emozioni di un cuore sensibile e appassionato, i cui versi divengono delicata melodia.
Salvatore Orga
La possibilità di saper scrivere le proprie emozioni, sensazioni ci dà la consapevolezza di essere sempre presenti, sempre concreti, sempre noi stessi..... sempre, ovunque, a qualunque età.
Carla Pavone
Due immagini mi hanno colpito. Il parallelo tra il discorso verbale e lo scrivere: la diretta trasmissione delle parole "sotto il timore di dire troppo o troppo poco". E l’immagine dell’uomo che a casa degli altri si sente ospite, "importuno, taciturno, un pesce fuor d’acqua". Onore al merito di rendersi così trasparenti agli altri, in modo diretto e non attraverso la narrazione in terza persona.
Laura Bracali
Pensieri e poesie di incantevole intensità, come intense sono le "forze in urto" nella vita di ognuno ... sentirle, riconoscerle, accettarle e seguirle, forse è quanto di più difficile l’uomo riesca realmente a fare.
Maria P. Scarpetta
Oggi come oggi lo stile cosiddetto moderno ha smesso di essere originale. In questo libro invece la ricerca di una comunicazione sincera ed autentica attinge al bagaglio culturale dell’autore ed è sicuramente originale.
Elisabetta
Il tuo è un inchiostro che lascia il segno e si vede sin dalle prime pagine. Il tuo percorso che hai deciso di rivelarci ci mostra come sentimenti contrastanti facciano scaturire spesso delle emozioni così forti che chi è poeta riesce a ben esprimere con le parole. Grazie per averci regalato la tua perla!
Nicola Mione
Non è solo poesia che ricuce, è quel suo scavarsi dentro per ricucire il pensiero, quel suo cercare di comprendersi, sperando che sia compreso... un bell'andare per la via della memoria. Da leggere!

martedì 9 giugno 2015

Tre generazioni


10


Trentasette poesie inserite in un percorso interiore, intensamente lirico, dove riflessione e sentimento partecipano con un lessico superato, ma gradevole. Sono estratti d’inchiostro che tendono al recupero di testimonianze di generazioni che furono e che sono state, da inserire nella memoria storica di chi è presente e futuro.

sabato 6 giugno 2015

Il nostro paese


9


ASSOCIAZIONE SANMARZANOTTO EVOLUZIONE

SU DOVE PICCHIA LA LUNA

Team Service Casa Editrice
edizione 2010
pagine 260
formato 15x21






Nanni Bianco

Sul balcone del primo piano ci appare Alberto, il farmacista, nipote dell’illustre avo e nonno maestro Alberto. Ci prega di salire e la nostra curiosità prende il sopravvento. Concludiamo con Alberto l’ultima chiacchierata della giornata ricostruendo la grande dinastia dei Marello.
Mentre ci allontaniamo Alberto che ci accompagna fino alla porta, ci offre, ponendolo furtivamente in una nostra tasca, un foglietto del nonno maestro Alberto, quale ricordo della nostra gradita visita. Scendiamo salutandolo cordialmente e ci spostiamo di poco più in su, sotto l’olmo secolare sul piazzale antistante la chiesa. E’ il punto più panoramico di tutto il paese e da lassù si spazia su tutta Asti che, piano piano, inizia ad illuminarsi delle prime fioche luci della sera. Non resistiamo alla tentazione ed apriamo il foglietto che ci ha consegnato Alberto. Nella luce sempre più debole riusciamo a leggere i versi semplici ma grandiosi che rappresentano l’inno più bello ideato a ricordo del nostro paese.

Alberto Marello è il Maestro che ha dispensato cultura e fondamenti del buon vivere ed operare a circa due generazioni di residenti in paese. All'epoca le famiglie erano numerose e gli scolari istruiti dal maestro Alberto sono stati molti, moltissimi. Il maestro Alberto è anche degno di essere ricordato per la dedizione che riservava alle sue vigne. Sappiamo per certo che egli, con la sua sensibilità poetica, riusciva a parlare anche con le sue viti. Queste con i loro grappoli, in qualche modo interagivano con lui e davano segno di riconoscenza, producendo un buon vino “Barbera” di qualità veramente superiore. Questo vino era conteso da entrambi i circoli ricreativi di quel tempo: la “Cattolica” e la “Casa del Popolo”. L’equanimità del maestro si esprimeva anche in questa circostanza: parti uguali per entrambe le “commissioni vini” concorrenti.



mercoledì 3 giugno 2015

Due grandi medici

8


Aris D'Anelli
ASTINOVECENTO

editore Platano
edizione 2006
pagine 220
formato 17x24
brossura con sovraccoperta colori
18.00 €

Cronache della città, e non solo, viste dalla finestra del suo ospedale



Aris D'Anelli

A guerra finita molti medici tornarono dai vari fronti riprendendo i loro posti negli ospedali e negli ambulatori e condotte. Rientrarono anche i prigionieri di guerra dagli Stati Uniti, dall'Inghilterra, dalla Tunisia e dalla Germania, pochi, anzi pochissimi, dalla Russia.
Rientrò al suo lavoro di condotto il dottor Gualtiero Marello: in prigionia aveva scritto un commovente diario pubblicato dopo la sua morte, dedicato alla sua giovane sposa.
Marello fu un grande medico per la sua preparazione e l’alta professionalità ma, soprattutto, per le sue doti morali. Lo curai, con altri colleghi, per un grave morbo che lo condusse alla morte: ogni incontro con lui era una lezione di etica, di saggezza e serenità. Qualche anno dopo curai anche sua moglie e ho avuto l’occasione di conoscere una donna meravigliosa, degna compagna di un uomo indimenticabile.  

Storia (purtroppo) vera e storia singolare

7


Alfiano Natta
Storia di un Comune
SENZA PASSATO
NON C'È FUTURO
Pagg. 576
f.to 17x24 cm
Cartonato con sovraccoperta
ISBN 978-88-87804-61-41
Euro 25

Acquistabile presso il Comune di Alfiano Natta  
Tel. 0141 922123


Volume curato da Clara Lorenzina Cisi e Elisa Franceschet

Alberto Marello, farmacista di Alfiano Natta, affianca alla professione la passione per la letteratura. Edito da Espansione Grafica, Prigioniero 589 è il suo libro che da dicembre 2002  a oggi, sia per il successo di vendita che di critica, costituisce una testimonianza letteraria e di vita di alto profilo. Dietro il successo editoriale, una storia vera, quella del padre, Gualtiero Marello (1906-1971), medico, che di fatto costituisce il soggetto centrale della fatica letteraria di Alberto Marello. Il libro è infatti il diario di prigionia che raccoglie le terribili memorie del padre: un itinerario scandito da pagine di grande umanità che inducono alla riflessione e all'analisi non solo storica, ma anche e soprattutto introspettiva. Meglio di qualunque commento sono particolarmente emblematiche le parole scritte dal periodico locale Asti in vetrina e che hanno il ruolo di sintetizzare con grande efficacia il senso della scrittura di Alberto Marello: “… è un bel libro questo, un libro che fa pensare e riflettere sulla storia e sull'uomo. E’ pure drammaticamente attuale, in questi giorni in cui torna a spirare un’aria pesante di guerra. Una guerra voluta dai potenti che la gente non vuole. Come non voleva allora …”.

Il testo teatrale postumo Presepieide, cumedia an tre at del dott. Gualtiero Marello, scritta tra il 1935 e il 1937, presentato dal figlio Dott. Alberto, alla Commissione giudicatrice composta da critici, nominata dall'Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, edizione 2007, è stato segnalato per la pubblicazione, assieme a un secondo testo dal titolo “Le tre montagne “di Michele Barovero. Le due opere rivelano originalità di impianto scenico e forza di linguaggio, utilizzando la ricca capacità espressiva della lingua piemontese, per affrontare sentimenti antichi e problematiche quotidiane, tracciando un ponte significativo fra passato e futuro.
Una storia davvero singolare quello della “Presepieide” un’operetta di cui si erano perse le tracce da decenni e scritta da quello straordinario personaggio che fu il dottor Gualtiero Marello, “il medico condotto” per eccellenza, notissimo in tutto l’astigiano per la sua attività di assistenza sanitaria, ma anche per la partecipazione a numerosissime associazioni, tutte di ispirazione cattolica. Una figura di medico all'antica che non disdegnava di esercitarsi anche in qualche piccola avventura letteraria. La commedia può sembrare in tema con il periodo natalizio, ma non è così. “Presepieide” è una commedia in dialetto astigiano che narra le vicende di un tale Presepio, alla ricerca di una moglie per il nipote. Cosa vuole che finisce in un’osteria da “Passarot”, dove ha sede il club dei celibi. Si può immaginare che cosa possa nascere da queste premesse.

martedì 2 giugno 2015

Patrimonio di lingua e di cultura.



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Michele Bonavero - Gualtiero Marello 

LE TRE MONTAGNE - PRESEPIEIDE 

editore CENTRO STUDI PIEMONTESI 
edizione 2008 
pagine 112 
formato 16,5x22,5 
brossura 
12.00 € 
12 € 

ISBN : 978-88-8262-139-1 
EAN : 9788882621391  

 


«Piccola patria»


Gianni Oliva
Assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili

Voluto dalla Regione Piemonte per rinnovare nella continuità la tradizione del Teatro Piemontese che ha i suoi classici in Vittorio Bersezio, Federico Garelli, Giovanni Zoppis, Luigi Pietracqua, Nino Costa, Onorato Castellino, Armando Mottura, tanto per indicare qualche riferimento tra Ottocento e Novecento, il Premio per un testo teatrale nelle lingue del Piemonte prosegue il suo percorso di ricerca.
I testi pervenuti anche per la 12° edizione testimoniano una vitalità e una continuità di interesse per il teatro e per la cultura che si esprime nella lingua della «piccola patria».
La valorizzazione, la salvaguardia e il rinnovamento del patrimonio linguistico e culturale possono trovare proprio nel teatro uno dei luoghi di coinvolgimento più aperti, perché è in questo spazio che la lingua parlata fa le sue più vivaci prove, mettendo in movimento autori, attori e pubblico in un circuito di idee ed emozioni.

Le opere presentate, e in particolare i due testi segnalati che vengono qui pubblicati, utilizzano la ricca capacità espressiva della lingua piemontese per affrontare sentimenti antichi e problemi quotidiani tracciando un ponte significativo tra passato e futuro.

domenica 31 maggio 2015

Mio padre librettista?


Piero Montanaro

Che bella storia! 
Premio teatrale ad un testo di operetta in piemontese scritto una settantina di anni fa. 
Il dottor Alberto Marello mi ha scritto questa bellissima lettera-storia. Vale la pena di leggerla fino in fondo. Da parte mia, sono felice e orgoglioso che – nel mio piccolo – il blog sia servito anche a questo. 
Ad maiora !!!!

Caro Piero, il 27/10/2007 scrivevi sul tuo Blog: Ancor pòchi dì për pijé part al «Premio për un testo teatrale nelle lingue dël Piemonte»: edission 2007, bandì da la Region Piemont ant le atività dla Lege 26/37 «Tutela, valorizzazione e promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico dël Piemonte». 
Solo per segnalarti che a giugno 2007 la mia famiglia ritornò in possesso dopo tanti anni di un’operetta dialettale scritta da mio padre negli anni trenta e mai pubblicata e rappresentata. Il testo è stato presentato in concorso al “Premio per un testo teatrale nelle lingue del Piemonte” e la Regione Piemonte – Assessorato alla Cultura - su consiglio di autorevole giuria ha segnalato l’opera autorizzandone la pubblicazione a cura del “Centro Studi Piemontesi”. 
Mio padre, medico astigiano, librettista? A quanto pare, dai documenti, scrisse due operette: una recuperata e premiata “Presepieide”; la seconda è ancora incompleta del terzo atto, ma anche se a distanza di tanti anni non dispero e continuo a cercare, “Il Negus a Montemarzo”. 
E la musica? Pare che entrambe le operette fossero state musicate dal parroco di Montemarzo di allora (parlo di settant’anni fa), ma non v’è più traccia. 
Ho avuto grande pazienza nel cercare e nel trascrivere un manoscritto in calligrafia da medico e mi sento orgoglioso di aver creduto nella genialità e creatività di mio padre presentando il testo in concorso. 
Un’operetta è troncata se non v’è connubio tra racconto e musica: il racconto c’è, la musica manca; credo nelle capacità di mio figlio al quale ho chiesto questo onere, è autodidatta ma veramente bravo, ha tutto il tempo e ce la farà. Tutto in famiglia a distanza di tre generazioni. 
Alberto Marello 

Fra Mongardino e Montemarzo




La  «Presepieide» è un’operetta in versi scritta in piemontese nel 1934. Narra una gustosa vicenda di paese, probabilmente ispirata a racconti uditi dal medico condotto Gualtiero Marello a Montemarzo. E’ la storia della famiglia Presepio (in dialetto un modo per definire un sempliciotto). Lo zio vorrebbe far accasare il nipote. Entrambi sono di Mongardino e vengono a sapere che a Montemarzo ci sono ragazze da marito molto carine. Così vanno a Montemarzo e finiscono nell’«Osteria del Pasarot», senza sapere che è la sede dell’associazione degli scapoli. Prima di rendersi conto di essere finiti nel posto meno indicato, vengono fatti bersaglio di innumerevoli scherzi, che gli scapoli mettono a segno equivocando sulle intenzioni dei due mongardinesi.


sabato 30 maggio 2015

Il manoscritto ritrovato (in cassaforte)

La Stampa
Carlo Francesco Conti 

Un riconoscimento postumo a un'operetta che e' rispuntata settant'anni dopo essere stata scritta. Lo ha destinato l'assessorato alla Cultura della Regione a «Presepieide», testo teatrale firmato da Gualtiero Marello, per anni medico condotto di Montemarzo, morto nel 1971. Un'operetta inedita e mai andata in scena, finita in mezzo ad altre carte e dimenticata fino a ieri. Fino a quando il testo e' stato ritrovato dal figlio Alberto, farmacista ad Alfiano Natta, dopo una serie di ricerche degne di un giallo letterario. Cinque anni fa, Alberto Marello curò la pubblicazione del diario di prigionia del padre, nel volume intitolato «Prigioniero 589». Anche quello era un testo «nascosto». L'autore non ne aveva mai parlato ai figli, ma alla morte della moglie, i figli trovarono molti oggetti custoditi gelosamente, tra cui il diario di prigionia e le lettere scambiate con il fidanzato, che poi sarebbe diventato marito. Leggendo queste lettere, Alberto Marello ha scoperto dell'esistenza della «Presepieide». «Nostro padre non ce ne ha mai parlato - spiega - come non ci aveva mai parlato del diario di prigionia in Germania. Alla mamma però aveva spiegato di aver scritto questa operetta fra il 1935 e il 1937, che sarebbe stata musicata dal parroco di Montemarzo». Aggiunge Marello: «Tra le carte di mamma però il testo non si trovava. Ho cominciato a cercarla un po' dappertutto. Ho sparso la voce e cercato di capire dove potesse essere finita. Alla fine ho scoperto dove si trovava. Era nella cassaforte che conserva anche gli scritti di Gino Turello». Anche Turello era di Montemarzo, della «Ghirlandina», e aveva la passione della scrittura. Aveva pubblicato «Radiografia di un maledetto» e racconti inediti furono poi pubblicati postumi nei volumi «Fucilate sante» e «La colpa fu del biancospino». Turello morì in un incidente stradale agli inizi degli Anni '70. «Mio padre - ipotizza Alberto Marello - probabilmente aveva chiesto a Turello di leggere il testo, magari per chiedergli un parere letterario. Oppure era stato Turello a chiederglielo, incuriosito dalle vicende descritte nell'operetta». E aggiunge: «Poi, probabilmente, mio padre si e' dimenticato di farsi restituire il manoscritto. Oppure, chissà, forse ne aveva perso le tracce e nessuno dei due ricordava più dove fosse finito. Con le cartelline di manoscritti e' facilissimo». Complice dell'amnesia, peraltro, fu anche la seconda guerra mondiale. Il giovane laureato Gualtiero Marello, qualche anno dopo aver scritto la «Presepieide» fu richiamato e partì come tenente medico con la Divisione «Casale» alla volta della Grecia. Dopo l'8 settembre fu catturato dai tedeschi e internato in un campo di prigionia. «Nelle lettere a mia madre - ricorda ancora Marello - si fa cenno a una possibile messinscena, però ostacolata. Forse dal podestà dell'epoca, che pure sembra fosse una persona di cultura. Ma e' anche probabile che gli amici di mio padre gli consigliarono di lasciar perdere per evitare ripercussioni. Erano momenti in cui una parola di troppo poteva costare cara». Ora il testo di Gualtiero Marello, recuperato e inviato dal figlio Alberto al concorso regionale «Premio per un testo teatrale nelle lingue del Piemonte», sarà pubblicato nella collana del Centro Studi Piemontesi «Ca' de studi Piemonteis». Lo ha decretato la giuria formata da Mario Brusa, Nicola Gallino, Piergiorgio Gili, Marco Gosso, Albina Malerba, Graziano Melano, Massimo Scaglione, Giovanni Tesio e Silvio Viberti. «E' una vera soddisfazione - commenta Alberto Marello - aver ottenuto un riconoscimento del genere, anche se mi sarebbe piaciuto poterla rappresentare. Purtroppo le musiche non siamo ancora riuscite a trovarle. Sarebbe bello se qualche artista astigiano avesse voglia di musicare l'operetta di mio padre, e una compagnia volesse provare a portarla sul palcoscenico». Un appello a cui ha già risposto Aldo «Cerot» Marello, cugino di Alberto, che all'attività' di campione di tamburello affianca quella di cantautore. Chissà, il debutto potrebbe non essere così lontano.