domenica 18 dicembre 2022

Così racconto la vita di mio padre, medico condotto


M.J. "La nuova provincia" del 12/04/22

Oltre cento pagine per raccontare un mestiere che non esiste più.

Parliamo del libro "Il dottor Marello medico condotto" (Editore Team Service), uscito lo scorso marzo e curato da Alberto Marello, figlio del protagonista. 

Il libro srotola oltre 35 anni di storia attraverso la vita di Gualtiero Marello, medico di Asti, Montemarzo e San Marzanotto. 

"In questo volume - spiega Alberto Marello - ci sono gli scritti di mio padre, oltre ad episodi che ho raccolto e riordinato in tre anni. In sostanza, viene descritta la sua vita professionale. E' infatti un libro sul mestiere del medico condotto, ma anche su Asti e sulla sua gente".

Professione che, come sottolineato dalla prefazione di Marco Guarona, era così regolamentata: "Il medico condotto era un dipendente del Comune, che prestava assistenza sanitaria gratuita ai poveri e, dietro pagamento dei compensi stabiliti secondo un tariffario, ad altri cittadini. la figura è stata sostituita, ai sensi della legge del 23 dicembre 1978, da quella del medico di famiglia.

Le pagine scorrono quindi tra conversazioni epistolari con la futura moglie Angela Delfino, cartelle cliniche di pazienti, schede, ricette mediche, ricordi. "Il medico condotto aveva numerose mansioni - sottolinea Alberto Marello - e mio padre, in particolare, era anche medico aziendale di molte industrie cittadine, tra cui la Way Assauto, la Vetreria e la Sis, oltre che medico del Michelerio, della Casa di Riposo Maina, dell'Opera Pia Tellini e, saltuariamente delle ferrovie dello Stato".

Un uomo che conosceva tutti, conosciuto da tutti, tanto che monsignor Giacomo Cannonero, l'allora vescovo di Asti (erano gli anni '60) di cui Marello era anche medico personale, gli chiese di indagare tra le varie parrocchie astigiane sul perché delle poche vocazioni.

Un libro che cita anche un pellegrinaggio a Lourdes, che fece durante le ferie al seguito di un treno di ammalati, e che parla anche di guerra, perché nel 1943 Gualtiero Marello venne richiamato a svolgere il servizio militare come tenente medico. Inviato sul fronte greco, fu fatto prigioniero e internato in un campo di concentramento ad Atene.

Episodi di vita di anni lontani, nomi che riaffiorano alla mente. Mansioni, come quella della balia, che non esistono più.

"Il dottor Marello medico condotto" (126 pagine, 12 euro) è in vendita nelle librerie astigiane.  



sabato 17 settembre 2022

I missionari laici esistono?



Marco Guarona

Il titolo di questo libro appare un po' troppo modesto dopo la lettura perchè il contenuto in realtà va oltre la figura del dottor Gualtiero Marello medico condotto che interpreta il suo ruolo come una missione ed esercita con attenzione e sensibilità anche per gli aspetti psicologici della malattia. Da prigioniero al fronte esercitava con la stessa attenzione e ci ha trasmesso tutto l'orrore delle sofferenze indotte dalla guerra; nel periodo post bellico con il suo impegno sociale, ha partecipato con passione al profondo cambiamento della società italiana sostenendo i valori di cui era fermamente convinto. Troviamo qui l'uomo, non solo il medico e la passione per la poesia in cui si cimenta e per la musica sono la conferma della sua sensibilità. Il merito dell'autore, il figlio Alberto, è che lascia che la figura del padre esca con forza dagli appunti e dalle annotazioni che scriveva a fine giornata. Nessun commento, non servirebbe perchè quegli scritti personali ben lontani dall'idea di essere resi pubblici hanno la forza della verità. Di questi tempi in cui la disinformazione prevale sulla informazione, l'apparire conta più dell'essere, lo scrivere è più figlio della vanità che non la trasmissione di idee e sentimenti e il rischio impensabile di una nuova guerra in Europa sembra molto concreto, questa testimonianza ha un valore storico ben superiore alle tante prese di posizione di parte.
 

domenica 11 settembre 2022

Il dottore che curava i poveri gratuitamente



Enzo Armando  "La Stampa" del 24/03/2022

Ci sono figure e professioni che rischiano di scomparire dalla memoria se il vecchio libro di carta non desse modo di mantenere vivo attraverso parole e testimonianze scritte questo patrimonio di esperienze umane. Il titolo "Il dottor Marello medico condotto" (Team Service 132 pp. 12 euro) mette insieme una figura, quella di Gualtiero Marello, e una professione, il medico condotto, dipendente del Comune che prestava assistenza sanitaria gratuita ai poveri e, dietro pagamento con un tariffario prestabilito, agli altri cittadini. Il curatore è Alberto Marello, figlio del dottore che per 35 anni fu medico condotto ad Asti e nelle frazioni della zona sud (Montemarzo e San Marzanotto). Fu anche medico personale del Vescovo Giacomo Cannonero, prestò servizio all'orfanotrofio Michelerio, alla casa di riposo "Maina", all'Opera Pia "Tellini", medico aziendale delle maggiori fabbriche dell'epoca, dalla Way Assauto alla Vetreria.
Era un dottore tutto d'un pezzo dalla "schiena dritta", che seppe dire no al fascismo. Nel libro si racconta del suo eroismo quando con il grado di tenente medico fu incaricato di dirigere l'ospedale da campo in Grecia. Dopo l'8 settembre fu fatto prigioniero dei tedeschi e internato in un lager ad Atene per il doppio rifiuto di giurare fedeltà prima a Hitler, poi a Mussolini. E' riportato anche un passo delle sue memorie: "Perché io medico devo giurare e giurare per un capo di Stato straniero, per la grandezza e la potenza di un'altra nazione? Non aderisco".
Il libro mette in risalto una persona che merita senz'altro di essere riscoperta e non merita l'oblio.

Esperienza, competenza, umanità


 
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Antonio Liguori Scienza e fede. La prima è quella medica, la seconda quella cristiana. Molto competente nell’una quanto fermo nell’altra. Molto innamorato della sua professione come della sua numerosa famiglia. Questo è stato Gualtiero Marello, medico condotto in un’epoca in cui questa particolare figura professionale aveva un che di avventuroso e di romantico. Disponibile ad ogni chiamata 24 ore su 24 e sette giorni su sette, Natale, Pasqua e Capodanno compresi; poche ore di ambulatorio e il resto in giro per la città e le campagne per le visite domiciliari. Lui, con la sua Topolino e poi con la Balilla, macinava chilometri e chilometri su strade polverose per portare aiuto ai suoi pazienti anche nei più sperduti cascinali da dove, in segno di riconoscenza, gli capitava talvolta di portare a casa una mezza dozzina di uova, una bottiglia di vino, un po’ di frutta, insomma quei doni poveri e semplici che nessuno oggi si sognerebbe di fare al proprio dottore. Altri tempi! E altri mezzi. Cioè pochi rispetto a quelli di cui un medico di base oggi dispone: sofisticati esami di laboratorio e diagnostici, facile accesso a visite specialistiche che scaricano da molte responsabilità a iniziare da quella di disporre un ricovero in ospedale. Oltre alla comune pratica clinica, era necessario avere anche una certa pratica specialistica per far fronte a situazioni di emergenza: saper riconoscere e ridurre una frattura, assistere una partoriente quando non bastava la levatrice, suturare una ferita, incidere un ascesso, aspirare un versamento sieroso, estrarre un dente cariato cagione di dolore con febbre, rimuovere un tappo di cerume... Tutte pratiche che oggi sono di competenza ospedaliera. E poi era il medico condotto che curava i bambini e seguiva le gravidanze, laddove oggi ogni infante ha il suo pediatra e ogni donna dal primo mese si affida al ginecologo. Per tutti aveva tempo il Dottor Marello, tempo per confortare, per interrogare e tempo per ascoltare, perché è anche in questo modo che si fa la diagnosi oltre che con l’osservazione, la palpazione, l’auscultazione. E anche nel discorrere col paziente lo soccorreva una certa pratica psicologica, frutto, io credo, più di esperienza, naturale disponibilità al dialogo e partecipazione alle altrui sofferenze che di studi specifici. Aperto e particolarmente sensibile ai temi sociali, si occupò anche di igiene e di medicina sociale, specie in relazione alla attività quale medico presso gli orfanotrofi, presso le fabbriche cittadine come medico aziendale e presso la Casa di Riposo della Città di Asti detta allora “Il Maina” dal nome dei generosi benefattori che contribuirono ad ampliarla. E non si fece mancare neppure l’esperienza del medico di guerra, quando, inviato in Grecia nel 1943 col grado di tenente, vi arrivò giusto in tempo per conoscere la prigionia dopo l’8 settembre. In seguito al rifiuto, coraggioso e coerente coi suoi valori morali, di giurare fedeltà al Führer prima e poi al Mussolini della RSI, propostagli quest’ultima in cambio di un rientro in Italia, fu internato a curare prigionieri di guerra presso un ospedale di Atene che sarebbe più giusto definire col nome di lazzaretto. Anche in quell’ambiente caratterizzato da estrema precarietà e inimmaginabile squallore seppe portare la sua medicina e la sua umanità in soccorso dei poveri sofferenti trattati dai tedeschi peggio che bestie. Una vita troppo breve, sessantacinque anni appena, ma vissuta intensamente e sempre al servizio dell’umana sofferenza. Una vita ben spesa.

domenica 28 agosto 2022

Il piacere di raccontare


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Stefano Masino è il custode di molte storie. Conosce e scopre in modo dettagliato l'identità di persone che non ha mai incontrato o potuto incontrare; sviluppa una trama e vi entra come fosse la sua narrazione. Guardiano della storia, Masino ha ridato colore e vita a Gualtiero Marello definendolo un grande personaggio, come padre, come medico, come militante nelle file dell'Azione Cattolica negli anni Venti prima e alla maturità, durante l'episcopato di mons. Giacomo Cannonero. Stefano Masino ha ricostruito l'amicizia tra il dottor Gualtiero Marello e il ragioniere Mario Bergoglio, futuro padre del Santo Padre. "Marello dal 1925 è presidente diocesano della federazione giovanile cattolica astigiana ... Durante la sua presidenza, nel novembre del 1925, viene costituita la "Scuola Conferenzieri". Nelle prime domeniche di dicembre, i due studenti tengono alla Fulgor di Asti due conferenze: Bergoglio sul tema del Papato, Marello quella intitolata "Come si costituisce un circolo giovanile". 

giovedì 25 agosto 2022

La confusione dei nostri tempi



La vita è una tragedia per quelli che sentono e una commedia per quelli che pensano. (Horace Walpole) Quando la razionalità soccombe, bisogna essere capaci di accettare col sorriso sulle labbra il non senso della vita. La società disunita e in disordine per crisi etica, morale, di valori, è una raccolta di stupore, ira, dolore, ironia, provocazione 

domenica 21 agosto 2022

Papè Satan aleppe


"Papè Satan, Papè Satan aleppe: /queste parole dai concetti bui / per seicent'anni niun spegare seppe. /Solo Dante lo può; ragion per cui / chi vuol saper che cosa voglion dire / vada all'inferno e lo domandi a lui!". Guido Martina

Non sono cherubini

Il caldo torrido dell’estate dona alla campagna un senso irreale. L’afa è al massimo e lo sguardo sudato di chi osserva in lontananza porta ad ammirare il paesaggio tra il vero ed il sognato. Ti senti volatilizzato, evaporato, sublimato, asceso nel corpo alle sfere superiori dove si formano le nuvole e i nembi delle tempeste. In questo insieme di fantasia e realtà prendono corpo, al culmine di un dosso, figure che dapprima l’occhio non mette a fuoco; quando queste si avvicinano prevale la nitidezza, ma qualcosa d’irreale è rimasto. Forse sono solo figure a sembianza umana, impossibili ad avvicinare, ma ora perfettamente visibili e riconoscibili. Quando sono a poca distanza cade l’idea di una semplice visione dovuta al caldo e si manifesta l'incarnazione fisica di esseri celesti o trascendenti. Si rivela la discesa degli avatar.

Un libro particolarissimo


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Un po' visione onirica, un po' rappresentazione teatrale, questo libro collega in maniera ardita protagonisti della storia a temi attuali; il testo è corredato da illustrazioni in cui l'autore si cela nei panni dei personaggi che via via richiama sulla scena. Dopo libri testimonianza di periodi storici significativi dell'Italia l'autore indulge a un gioco, apparentemente un esercizio che nasce da un desiderio di lasciare sfogo alla fantasia e all'estro, ma che non è privo di stimoli su temi di attualità. Un libro che richiede un approccio aperto ad una lettura di un testo non tradizionale, perchè anche nel gioco gli scritti di Alberto non sono mai banali, non sviluppano semplicemente una trama, ed è inevitabile soffermarsi a meditare su ciò che si è letto.
Marco Guarona

domenica 5 luglio 2020

La storia degli IMI (internati militari italiani)


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Numerose sono le citazioni al diario "Prigioniero 589. Appunti di prigionia di un tenente medico"

Da introduzione

Le fonti utilizzate sono la corrispondenza e i diari degli internati, per lo più inediti o diffusi a livello locale o addirittura familiare ... Gli scritti degli IMI consultati, che come è stato osservato a causa della distruzione della documentazione ufficiale sui lager da parte dei tedeschi al momento della sconfitta spesso costituiscono "l'unica fonte esistente" sull'internamento, appartengono a un campione ampio e trasversale per condizione sociale, livello d'istruzione, provenienza geografica e grado militare. I diari sono stati scritti con mezzi di fortuna, su quaderni, taccuini, minuscole agendine e fogli legati con lo spago. Sono documenti veritieri, di straordinario valore testimoniale, sia perché non sottoposti a censura, se non quella dettata dalla paura di essere scoperti, sia in quanto sono stati redatti col preciso scopo di conservare memoria degli eventi ... Ciò che ora è stato tardivamente riconosciuto, e che dagli scritti coevi degli IMI emerge nitidamente, è che ai militari italiani disarmati e internati nei lager nazisti dopo l'armistizio si deve il primo rifiuto in massa della guerra e del fascismo ...

domenica 2 febbraio 2020

Una "vecchia" fotografia in archivio


I conferenzieri di Azione Cattolica, Gualtiero Marello (primo a sinistra) con Mario Francesco Bergoglio (primo a destra) ad Asti, alla fine degli anni venti.
Premetto che riconoscere una persona dai tratti fisionomici non è nelle mie facoltà. Tuttavia, davanti ad una fotografia “antica” ho incominciato a fantasticare. Mettendo a confronto la foto con quella di Mario Bergoglio del  libro "Una famiglia di nome Bergoglio" di Vittorio Croce e Stefano Masino, mi  è parso di riconoscere caratteri somatici molto simili. Potrebbe essere il ricordo di tre conferenzieri in posa. Se cosi fosse questa foto rappresenta un documento inedito e straordinario: l'ultima foto in Piemonte del ragioniere Bergoglio, prima della partenza per l'Argentina (1° febbraio 1929).

Mario Bergoglio, futuro padre di Papa Francesco


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Nel novembre del 1925, per iniziativa della presidenza della Federazione Giovanile Diocesana (assistente don Filippo Berzano), venne costituita la "Scuola Conferenzieri", che doveva funzionare fino a Natale. Vennero assegnati vari temi: a Gualtiero Marello "come si costituisce un circolo giovanile; a Francesco Ghia "Storia dell'Azione Cattolica; a Giulio Burattini " Il carattere del giovane; ad Attilio Pia "Preghiera, Azione, Sacrificio; a Pietro Torchio "La buona stampa; a Giovanni Musso "La gioventù Cattolica. A Mario Bergoglio toccò invece un argomento, col senno di poi, davvero singolare e speciale, "Il Papato".
Scrive Gualtiero Marello: “Da anni, da molti anni, ero ancora studente universitario, ho cominciato a lavorare nell'Azione Cattolica; prima con quel moto spontaneo di entusiasmo giovanile suscitato in me dall'opera personale di persuasione, viva, continua, insistente, sicura, dell’indimenticabile don Berzano …” 

giovedì 4 ottobre 2018

Minigonne e comunisti. Così la Chiesa spiava le minacce nei paesi.


Sergio Miravalle

Come una vecchia cartolina, di quelle a più immagini, con la scritta "Saluti da …". Nel caso di questo volume, i saluti arrivano da tutti i paesi dell'Astigiano con annotazioni e curiosità molto speciali. Le ha scritte, senza sapere che un giorno suo figlio Alberto le avrebbe pubblicate, il medico Gualtiero Marello che era agli inizi degli anni '60 presidente dell'Azione Cattolica diocesana di Asti. A quel tempo fu inviato dal vescovo Giacomo Cannonero (1902-1977) a visitare la diocesi, per incontrare i parroci e riferire sullo stato di salute delle parrocchie. Una missione da 007 della Chiesa, compiuta dal medico con il suo Maggiolino Volkswagen, per incontrare i sacerdoti con il termometro della religiosità. La relazione finale, suddivisa per vicarie, fu inviata dal dott. Marello in Curia per poi finire in qualche cassetto. Il figlio, ritrovandone copia dattiloscritta, la pubblica in omaggio del padre. Letta con gli occhi di oggi questa relazione la dice lunga su quanto la Chiesa dovesse rinnovarsi (erano gli anni del vento nuovo del Concilio Vaticano II). Per ogni paese il parroco riferisce di comportamenti e abitudini. Le ragazze in minigonna, i ragazzi con motorino, gli immigrati veneti e meridionali censiti con piemontese diffidenza e soprattutto il pericolo rosso dei comunisti e dei senza Dio. In molti casi si fanno nomi e cognomi dei nemici e degli amici. Per ogni paese, un flash che vale come una ricerca di politica sociale.  

giovedì 17 agosto 2017

Parrocchiani visti dalla canonica


Vittorio Croce

Alberto Marello ha pubblicato un interessante volume che riporta le note del padre Gualtiero, noto a tutti come il dottor Marello, stese in seguito alle visite condotte nelle parrocchie di campagna in qualità di presidente diocesano dell'Azione Cattolica. Una raccolta molto interessante per capire il clima di quell'epoca, gli anni sessanta, l'epoca dell'inizio del Concilio Vaticano II, in Asti segnata dall'episcopato di mons. Giacomo Cannonero, che dava grande importanza all'AC e grande fiducia al dottor Marello.
Si tratta di più di 100 schede redatte dai dialoghi con i vari parroci: più o meno dettagliate, sempre gustose e puntuali, raccolte sotto il titolo "Noi parrocchiani osservati dalla finestra della canonica anni sessanta". In copertina il maggiolino Volkswagen di Gualtiero Marello, tuttora funzionante, davanti alla facciata della parrocchiale di San Marzanotto.
Una lettura gustosa, come si diceva, ma anche molto istruttiva, per documentare una storia di cui siamo figli, quella delle nostre comunità campestri, 113 parrocchie per l'esattezza divise in 14 vicarie (Celle Enomondo, San Damiano, Valfenera, Villanova, Montafia, Serravalle, Camerano, Montechiaro, Piovà, Portacomaro, Castagnole Monferrato, Rocca d'Arazzo, Mombercelli, Costigliole).
Non documentazione scientifica secondo i crismi della ricerca sociologica, forse, ma testimonianza al vivo di come i parroci vivevano la loro missione in quegli anni di svolta, in cui appariva già chiaro il declino di molte pratiche tradizionali.
Evidente la passione pastorale dei preti di quel tempo, alcuni ancora viventi, legata anche alla sofferenza per il calo di presenze alla messa festiva, per la difficolta a raccogliere i giovani, ma anche per l'acutezza della battaglia politica, la crisi dell'agricoltura di fronte all' emigrazione verso Torino, la novità crescente dell'immigrazione dal Veneto con i suoi chiaroscuri, fino alla "inascoltata predicazione" contro il ballo. Traspare dalle diverse relazioni soprattutto lo stile e la mentalità dei parroci del tempo, dall'essenzialità di qualcuno (si veda il caso di Casasco, la parrocchia più piccola della diocesi) al dettaglio quasi ragionieristico di altri.
"E' evidente - scrive Alberto Marello nell'introduzione - che tutti i dati sono importanti: le condizioni economiche della popolazione, la conoscenza dei divertimenti preferiti, gli orientamenti della gioventù, il senso di disciplina alle direttive della Chiesa, lo studio di tutte le esperienze tentate e fatte in campo spirituale e organizzativo. Un complesso di dati per trarre un giudizio sulla situazione dell'Azione Cattolica per rilanciarla con maggiore prestigio".
Cosa che purtroppo non è avvenuta, anzi. Ma questo è il nostro compito per l'oggi.

martedì 2 maggio 2017

Significativa testimonianza


Marco Guarona

Ancora un libro originale, significativa testimonianza di un tempo ormai lontano, per molti di noi poco conosciuto o del tutto insospettato. Anche per me, cattolico per educazione, ateo per convinzione, poco estimatore della Chiesa come istituzione, estimatore dei tanti religiosi o laici che sul campo praticano il loro credo, è di grande interesse scoprire come i cattolici ferventi ed i parroci degli anni '60 valutavano la società dell'epoca, cosa giudicavano morale o sintomo di una corruzione dei costumi. Chi oggi valuterebbe quanti paesani votano comunista, o considerano il ballo o lo scorazzare in motoretta come indici di potenziale lassismo morale? Tv e cinema strumenti di distrazione dalla pratica della fede? Oggi ben altri sono i fattori di corruzione dei giovani o delle famiglie. Come nelle pubblicazioni precedenti i documenti originali non concepiti per una diffusione al pubblico sono esenti da qualsiasi intento propagandistico o di strumentalizzazione ma sono espressione dell'effettivo pensiero di chi li ha redatti. Chi si avvicina alla storia passata o recente con spirito libero, con la pura curiosità di conoscere i fatti di un certo momento storico sono una fonte straordinaria: da queste note e non da documenti ufficiali si è introdotti nel pensiero di parte cattolica dell'epoca: Nello stesso tempo si percepiscono già elementi che renderanno inutile l'argine debole che la sola buona volontà poteva contrapporre al declino del cattolicesimo praticante: l'età avanzata dei parroci, la fuga verso le città , l'immigrazione interna, le migliori prospettive economiche, non certo la temuto ideologia comunista che poi si è dissolta nel tempo a sua volta, come abbiamo visto. E' il quadro di un'epoca che non c'è più, colta ai primi sintomi della sua scomparsa,come è quasi scomparsa la vita di paese che ho conosciuto nella mia infanzia.

martedì 28 marzo 2017

Singole realtà e analisi critica


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Gli anni sessanta sono periodi del miracolo economico, del progresso scientifico e tecnologico.
Politicamente l’Italia si sposta a sinistra; nel sociale vi è un aumento dell’emancipazione femminile.
Sul piano religioso si nota un aumento dell’ateismo e il crescere dell’ecumenismo.
Per i ragazzi degli anni sessanta la società italiana ha una copertura autoritaria, clericale, classista, che avvolge e immobilizza il paese e che deve essere radicalmente trasformato.  Il 1968 altro non è che quest'esplosione a livello mondiale delle volontà e dei bisogni di una nuova generazione. 
La moderna società è un mondo nuovo. In questo mondo nuovo il processo di crescita determina conseguenze notevoli all’attività pastorale. Le Parrocchie rurali e quelle urbane sono in difficoltà; il sopore del cristiano è evidente e l’Azione Cattolica tramite le Giunte parrocchiali sono preposte ad attuare il grande risveglio.
Le difficoltà tra Parrocchie rurali e cittadine sono differenti e richiedono uno studio separato. Quelle più in sofferenza sono le rurali: spopolamento dei paesi e specialmente della popolazione giovane, immigrazione dal sud, Parrocchie con Parroci anziani e stanchi, metodi e iniziative senza calore ed entusiasmo, divisioni e contrasti in seno alle comunità paesane, grave problema morale della gioventù maschile e femminile, socialismo e comunismo sempre più diffuso.
Siamo negli anni sessanta e certi problemi che oggi fanno sorridere erano presi in seria considerazione, a tal punto che il Vescovo pretendeva l’osservanza delle norme stabilite. Parlo delle disposizioni sulla televisione, ma esisteva il problema del ballo e del dopo ballo, il problema del cinema, e addirittura il motorino era considerato un congegno del diavolo.
La Presidenza di Giunta di Azione Cattolica aveva fissato con l’Unione Donne e l’Unione Uomini, in collaborazione con la Gioventù Femminile e la Gioventù Maschile, un ciclo di visite nelle Parrocchie rurali della Diocesi.
Questa iniziativa di visite aveva solo scopo informativo. Voleva conoscere le varie situazioni locali dal punto di vista religioso, morale, ideologico, e capire la reale efficienza dell’Azione Cattolica parrocchiale, con tutte le difficoltà che l’Azione Cattolica incontrava nei particolari ambienti.
E’ evidente che tutti i dati erano importanti: le condizioni economiche delle popolazioni, la conoscenza dei divertimenti preferiti, gli orientamenti della gioventù, il senso di disciplina alle direttive della Chiesa, lo studio di tutte le esperienze tentate e fatte in campo spirituale e organizzativo.
Da tutto questo complesso di dati, più o meno completo, ma sempre tale da essere di grande utilità, si doveva trarre un’analisi critica delle varie singole realtà: un giudizio della situazione dell’Azione Cattolica in visione sintetica e uno studio per provare i rimedi sia sul piano Diocesano sia sul piano delle singole Parrocchie, per eliminare le deficienze, migliorare e possibilmente rilanciare con maggior prestigio l’Azione Cattolica.
Il resoconto di queste visite è l’essenza di questa opera.    

martedì 23 giugno 2015

Parliamo di Azione


NULLA SENZA IL VESCOVO
Nihil sine Episcopo
di Gualtiero Marello

Genere letterario: Religione
Dedica: a Francesco Bricchi          
Anno pubblicazione: 2015
Formato: 15x23
Foliazione: 124
Copertina: morbida       
Stampa: bianco nero
Prezzo 10,00 €

http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/categoria/117526/nulla-senza-il-vescovo/  



La vocazione del Cristiano nella Chiesa e nel Mondo e la spiritualità del Cristiano laico. Azione temporale, apostolato individuale e apostolato organizzato.
Il contributo dell'Azione Cattolica alla preparazione del Concilio Vaticano II.


lunedì 22 giugno 2015

Sua Santità


Mons. Peter B. Wells

Sua Santità il Papa Francesco ha ricevuto con riconoscenza le devote espressioni di affetto e spirituale vicinanza recentemente inviate, unite ad un cortese omaggio.
Il Sommo Pontefice, Che ha particolarmente gradito il premuroso gesto, auspica che la grazia e l’amore del Signore continuino ad accompagnare e ad illuminare il cammino di fede e di testimonianza cristiana e, mentre invoca la celeste protezione della Vergine Maria, di cuore invia la Benedizione Apostolica, pegno di ogni desiderato bene, estendendola volentieri alle persone care.  

domenica 21 giugno 2015

Come giovane sacerdote


Angelo Card. Sodano

Egregio e caro Signor Marello,
Le sono molto grato per il gentile omaggio del libro da Lei scritto “Nulla senza il Vescovo”, da Lei preparato con tanto amore a ricordo del Suo compianto papà Gualtiero.
La pubblicazione mi ha fatto rivivere quegli anni cinquanta, durante i quali anch'io, come giovane sacerdote insegnante in Seminario, ebbi la fortuna di conoscere ed apprezzare Suo papà.
Ricordo che allora, per molti di noi il Dott. Gualtiero Marello era una personalità che ammiravamo come esempio di laico cristiano, che testimoniava con la sua vita e con la sua opera quella fede profonda che professava.
A Lei, quindi, vada la mia riconoscenza per tale pubblicazione, con l’assicurazione della mia preghiera per Lei e per i Familiari tutti.

sabato 20 giugno 2015

L'attenzione


Francesco Ravinale, Vescovo

Stim.mo Signor Alberto Marello,
ho ricevuto con piacere il volume che Ella ha curato per approfondire la memoria del suo caro papà e la ringrazio di cuore.
Il titolo “Nulla senza il Vescovo”  ha naturalmente attirato la mia attenzione. Quando ho scoperto che si trattava di uno spaccato dell’Azione Cattolica anni ’60 il mio interesse è ulteriormente cresciuto, perché si trattava di un periodo estremamente delicato nella storia della nostra Diocesi.
Soprattutto la ringrazio per avermi dato modo di conoscere la figura di un uomo coerente, capace di dare la sua cooperazione generosa e anche di staccarsi, per evidenziare le carenze di una situazione non al passo con il Concilio Vaticano II e le sue affermazioni sul popolo di Dio e sui laici.   
Sperando di saperne fare adeguatamente tesoro, auguro a tutti noi che il Signore ci conceda di vivere con frutto la prossima Pasqua di Risurrezione.

venerdì 19 giugno 2015

Popolo di Dio

Marino Quartara

Il libro attualizza il tema specifico del decreto conciliare sull'apostolato dei laici, Apostolicam Actuositatem (18 novembre 1965). A cinquant'anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, tutta la bellezza e la novità dell’insegnamento conciliare sui laici è riproposto  in questo libro e fa riflettere sullo stato attuale del pensiero teologico e della prassi pastorale in relazione al laicato e soprattutto per confrontarsi con le grandi sfide che interpellano i fedeli laici nel contesto sociale e culturale odierno. In particolare il tema del rapporto Pastore e popolo di Dio. Mi pare di poter  focalizzare nella parole del vangelo di Giovanni: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi»[1] Gv 20,21  e in Gv 17,18, nella preghiera di Gesù al Padre per i discepoli: 'la consacrazione nella verità'  che il libro propone alla riflessione. Parole queste che associano alla missione del vescovo e indicano la struttura dell’incarico in forza di un comando dall'alto. L’ufficio dei dodici, una cerchia determinata che rappresenta la totalità del popolo di Dio, ma che non coincide con la totalità dei chiamati. All'interno di quel gruppo, spicca la posizione di Pietro della quale danno testimonianza i Vangeli e le lettere di Paolo (1Cor 5,5). Pietro resta sempre al centro, come punto di convergenza e di unità dei due gruppi che all'inizio formano la Chiesa: quello di origine giudeo cristiana e quello di origine pagana.
Altro aspetto, con implicazioni importanti riguardo l’organizzazione pastorale, è costituito, senz'altro, da ciò che riguarda il ruolo attivo di tutti i christifideles nell'edificazione della Chiesa e la presa di coscienza della chiamata universale alla santità,  della ‘communio sanctorum’. Del “popolo di Dio”. A me pare che il libro oltre a rappresentare uno stimolo per una rinnovata riflessione teologica e pastorale sulla missione del laicato cattolico nel mondo contemporaneo, ben inquadri la nuova stagione evangelizzatrice caratterizzata dalla gioia promossa da Papa Francesco.

La strada del bene


Enrica Comollo

Egregio dottor Alberto Marello.
Premetto: Il dottor Gualtiero, papà speciale e impareggiabile, con il Suo “vivere” e “operare” ha tracciato la strada del bene che noi, piccoli credenti, dovremmo un pochino percorrere.
Con grande sensibilità e passione hai realizzato e pubblicato le sue memorie, portando alla luce i valori alti di cristiano autentico: un cuore colmo di misericordia, che significa amare in grande; mantenere vivo e attivo lo spirito, la fede, la cultura e l’amore per tutto ciò che Vale. Che bello!
L’Azione Cattolica alfianese  (anni 1950-1970) l’ho vissuta con amore, entusiasmo, curando amicizie belle, pulite. Fu guidata da parroci attivi con circoli giovanili e congressi eucaristici partecipati. Eravamo felici con poco. Ancora oggi queste emozioni fanno lievitare il cuore. Dal tuo libro, impaginato molto bene, emerge la vita sociale di quel tempo: severità e rigore, ma pure divertimenti semplici, giocosi.
Bella la copertina, significativa e appropriata: logo dell’Azione Cattolica. All'interno fotografie d’epoca: stupende!
Il dottor Gualtiero superò, con l’aiuto di Dio, contrasti, dissapori, sofferenze, pure nell'ambito della Sua tanto amata Azione Cattolica, Lui Dirigente integerrimo. Un libro ricco di insegnamenti, merita davvero di essere letto, ascoltato, riflettuto.
Grazie di cuore. Dio doni ogni bene a te e alla tua bellissima famiglia. Con stima e affetto.

E mi voleva bene


Luigi Mura

Carissimo dottor Alberto,
come già da età giovanile facevo parte dell’Azione Cattolica, appena arrivato in terra astigiana non ho fatto altro che interessarmi di questa, fu verso il 1958. Fui accolto benignamente, come dal dottor Marello anche dal vicepresidente maestro Doglione, e feci parte dell’Azione Cattolica astigiana, che in quel periodo era floridissima. Ecco che cominciarono gli incontri all'Oasi dell’Immacolata, gli Esercizi Spirituali nel novarese, e via dicendo. A dire la verità il Presidente Marello non sempre era presente, il suo tenace attaccamento al dovere di professione non glielo permettevano, quindi lasciava tutto quell'impegno al maestro Doglione, il quale poi lo portava bene a compimento. Io ero così contento ed entusiasta che rasentavo il fanatismo, tanto ché il Presidente ci rideva e ci scherzava. E mi voleva bene, come a tutti. Mi ricordo che una volta dovendo andare appunto agli Esercizi venne incontro lui a proprie spese; e pensare che aveva una famiglia numerosa e un alloggio da comprare, o appena già comprato. Ed appunto nel mentre lui faceva il trasloco, quindi immaginiamoci che premura, aveva strappato il tempo per dare risposta ad una mia lettera, cui chiedevo un possibile posto come infermiere nell'ospedale di Asti; essendo io a quell'epoca privo di un lavoro fisso, che venne invece dopo a tempo giusto. E’ bene ricordare che durante la vendemmia della prima vigna che comprai mi mandò due, mi sembra, delle sue graziose figlie, oggi saranno madri e anziane, non tanto; in più c’erano i figli del maestro Doglione ed altri amici loro.
Il destino inesorabile l’ha preso ancora in età prematura. Se non avete ereditato le sue esimie qualità di una grande fede e di un fecondo apostolato mantenete e sviluppate quell'educazione che certamente vi avrà teneramente elargito; e così anche Voi la trasmetterete ai vostri figli, in modo che il mondo segua la sua strada nella via della fede e della ragione.  


giovedì 18 giugno 2015

Linee di riflessione


Alberto Marello

Negli anni ’60 si discuteva e si analizzava la società italiana e la sua rapida trasformazione, il processo di scristianizzazione, la tradizione laicista sull'ateismo materialista. Oggi, in questo mondo, dove si sta compiendo lo sviluppo dell’integrazione economica sociale e culturale tra le varie regioni della Terra, il laico attivamente impegnato in apostolato associato discute e analizza la realtà del mondo (con il dovuto distinguo temporale) in forma simile a cinquant'anni fa.
Mi farebbe piacere che Dirigenti laici d’oggi manifestassero volontà a leggere queste poche pagine di recente pubblicazione in cui si indicano le linee lungo le quali la responsabilità del laicato cattolico può maturare nella Chiesa; quale apporto può darvi l’Azione Cattolica e quale rinnovamento di spirito e di azione (metodo, programmi, strutture) è necessario perché l’Azione Cattolica possa davvero collaborare al rinnovamento della Chiesa.
Caro Dirigente di Azione Cattolica, noterai che quello che scriveva mio padre (le riflessioni di fondo) è estremamente attuale e che è fondamento di qualsiasi dibattito nel nostro tempo. Unità, amore, rispetto, sono valori irrinunciabili e eterni. La realtà del mondo senza di essi è peccato e dannazione dell’uomo.

La voglia di conoscere


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Mio papà, Gualtiero Marello, che conobbe e “dicono” fu amico di Mario Bergoglio è l’autore di questo libro. Ho pubblicato altri volumi, sempre riguardante suoi scritti, a temi diversi per quella voglia che ho, e continuo avere, di conoscere mio padre. Avevo diciannove anni e lui è partito per il Paradiso; troppo presto per capire e averne il ritratto di uomo dal solido cammino spirituale, dai modi tipici di un galantuomo all'antica, dotato di una forte tempra morale, ma soprattutto improntata ad una profonda pietà verso l'umanità sofferente. Sono pubblicazioni limitate che condivido con i miei numerosi fratelli e con quanti lo conobbero.