La tragedia della guerra narrata da un tenente medico
Il Corriere dell'Astigiano
Paolo Monticone
Una sorpresa per coloro, storici e ricercatori, che in questi ultimi anni si sono dedicati con sempre maggior fervore alla riscoperta di documenti e notizie sulle tragiche vicende dei militari italiani abbandonati a se stessi dopo l' 8 settembre su tutti gli scenari di guerra in cui erano impegnati. Una sorpresa anche per gli astigiani che fino all'inizio degli anni settanta ebbero la buona ventura di essere assistiti dall'autore.
Il Corriere dell'Astigiano
Paolo Monticone
Una sorpresa per coloro, storici e ricercatori, che in questi ultimi anni si sono dedicati con sempre maggior fervore alla riscoperta di documenti e notizie sulle tragiche vicende dei militari italiani abbandonati a se stessi dopo l' 8 settembre su tutti gli scenari di guerra in cui erano impegnati. Una sorpresa anche per gli astigiani che fino all'inizio degli anni settanta ebbero la buona ventura di essere assistiti dall'autore.
Il volume contiene
un fittissimo diario che il dott. Gualtiero Marello, ufficiale medico del
battaglione Casale, scrisse puntigliosamente ogni giorno dall' 8 settembre del
1943 che l'aveva trovato impegnato in Grecia ad Agrinion, fino al ritorno in
Italia avvenuto alla fine del '44 ( ma ad Asti arriverà soltanto nell'estate
del '45).
E' un diario di prigionia
scritto su carta finissima e dedicato alla moglie Angela Delfino
("Nini") che, subito dopo il ritorno del marito dalla prigionia, lo
lesse e lo tenne gelosamente nascosto fmo alla morte.
Il figlio, Alberto, solo
qualche tempo dopo averlo ritrovato e per due anni averne curato la
trascrizione l'ha pubblicato nella sua stesura definitiva nel dicembre 2002.
Avventurosa è stata dunque
anche la stessa storia del diario che contiene la descrizione di ben altre
avventure, quasi tutte altamente drammatiche, anche se la costante
"serenità" dello scrivente le rende essenziali ed intense, interpreti
di un eroismo quotidiano che non ha bisogno di ulteriori
"santificazioni" oltre a quelle del sapere di averle vissute.
E sono storie degli
sbandati che vanno da un campo di concentramento all'altro, maltrattati e disprezzati
da tedeschi e greci, obbligati a scegliere se andare a morire in Germania od in
Polonia, o rischiare la stessa fine in Grecia. Le reazioni agli echi degli
eccidi di Cefalonia e di Rodi, le paure, la fame, la "liberazione"
dai tedeschi per finire nelle mani di inglesi e greci impegnati nella guerra
civile.
Insomma
anni davvero difficili che Gualtiero Marello, autore della difficile ma
convinta scelta di non stare con i nazisti, racconta con estrema precisione,
non disgiunta dai momenti in cui i sentimenti traboccano e si esprimono con le
dichiarazioni d'amore verso la moglie lontana, o la pietà per i colleghi che
hanno fidanzate e mogli che aspettano lontane.
E
tutto si accompagna a brevi note sui rapporti con la popolazione greca dei
soldati italiani, sulle speranze di ritorno, sulla tragedia dei fucilati, dei
malati, della fame, della sporcizia.
Un
diario da leggere tutto d'un fiato per capire qualcosa di più su quella tanto
discussa storia che di questi tempi qualcuno vorrebbe riscrivere, magari
dimenticando storie come quelle del dottor Marello.
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