Vittorio Brandi - 37^ Sezione di Sussistenza Divisione Piemonte - classe 1920. Magazzini logistici del presidio.
Egregio dottore, sono un reduce della prigionia in
Grecia. Ho letto il libro da lei pubblicato ad esaltazione della alta missione
umanitaria e del profondo senso del dovere militare di suo padre nei campi
della sofferenza e della speranza. Posso rendere testimonianza diretta di
quanto suo Padre ha vissuto e operato essendo stato anch'io nel Campo di
Concentramento di Patrasso prima e poi ricoverato nel locale ospedale da campo
insieme ai malati e ai feriti provenienti dai combattimenti dell’isola di Cefalonia.
Il destino volle che le mie forze giunte quasi agli
estremi venissero risollevate grazie al rimpatrio a Trieste, insieme agli
sventurati della Divisione Acqui, con la nave ospedale “Gradisca”: quella nave
bianca che suo padre proveniente da Missolungi, nel viaggio verso il canale di
Corinto, notò nel porto di Patrasso.
Or sono trascorsi circa sessant’anni, quasi il ricordo di
quei tristi giorni si era mescolato con la nostalgia di una giovinezza non
trascorsa ma pur sempre giovinezza.
È con la lettura del suo libro che questi ricordi sono
balzati fuori improvvisi sentendone l’ansia e l’angoscia di allora. Ma quando
si ha coscienza di aver adempiuto al proprio dovere e di non aver recato danno
ad alcuno è bello ricordare - senza rancore - le cose tristi e accettarle come
le hanno accettate chi meno fortunati di noi non sono più tornati.
Con profonda stima e cordiali saluti.
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