Asti - La Stampa
Sui 50 metri nemmeno il grande Livio Berruti alla fine
degli Anni Cinquanta ce la faceva a superarlo, Quante volte si sono sfidati sui
cento metri! Chicco aveva un'accelerazione pazzesca, poi Berruti lo rimontava
nelle ultime falcate e vinceva perché Chicco aveva questo maledetto vizio di
fumare e alla distanza calava. Conosciutissimo sia per i suoi trascorsi
sportivi che per quelli di medico è morto a 64 anni a causa di un tumore ai
polmoni. Un male assurdo per lui che era medico pneumologo.
Chicco era un
personaggio poliedrico. Si era laureato in medicina all'Università di Genova,
ma la carriera scolastica non gli aveva impedito di proseguire quella
agonistica. E anche nello sport aveva dimostrato tutta la sua versatilità:
portiere di calcio prima, specialista nella velocità poi (100 e 200 metri
piani), eccelleva anche nel salto in lungo, nel salto con l'asta e nel
decathlon ed era stato infine anche arbitro di basket. Chicco aveva militato
nella Virtus Don Bosco, nella Virtus Torino e nel Cus Genova. Era stato
primatista provinciale sui 100 metri. Aveva una passione enorme per l'atletica
leggera: in una circostanza litigò violentemente con un giudice che lo aveva
squalificato in una gara di salto in lungo; dovette scrivere alla federazione
una lettera nella quale chiedeva scusa per il suo comportamento. Un'altra volta
ancora, correva i 1500, partì veloce. Troppo veloce: negli ultimi giri non ce
la faceva più, ma non mollò. Svenne a 100 metri dall'arrivo e dovettero
rianimarlo e portarlo via con un'ambulanza. Appassionato, grintoso, forse anche
scaramantico: durante tutta la sua carriera gareggiò sempre con lo stesso paio
di calzoncini. Non se ne sarebbe separato per alcuna ragione. Alla fine erano
scuciti, strappati, distrutti, ma lui voleva quelli. Da giovane fumava molto:
appena prima di gareggiare non sapeva rinunciare alle sue due sigarette. E così
Berruti lo rimontava... Da otto anni aveva smesso. forse troppo tardi.
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