sabato 30 maggio 2015

Il manoscritto ritrovato (in cassaforte)

La Stampa
Carlo Francesco Conti 

Un riconoscimento postumo a un'operetta che e' rispuntata settant'anni dopo essere stata scritta. Lo ha destinato l'assessorato alla Cultura della Regione a «Presepieide», testo teatrale firmato da Gualtiero Marello, per anni medico condotto di Montemarzo, morto nel 1971. Un'operetta inedita e mai andata in scena, finita in mezzo ad altre carte e dimenticata fino a ieri. Fino a quando il testo e' stato ritrovato dal figlio Alberto, farmacista ad Alfiano Natta, dopo una serie di ricerche degne di un giallo letterario. Cinque anni fa, Alberto Marello curò la pubblicazione del diario di prigionia del padre, nel volume intitolato «Prigioniero 589». Anche quello era un testo «nascosto». L'autore non ne aveva mai parlato ai figli, ma alla morte della moglie, i figli trovarono molti oggetti custoditi gelosamente, tra cui il diario di prigionia e le lettere scambiate con il fidanzato, che poi sarebbe diventato marito. Leggendo queste lettere, Alberto Marello ha scoperto dell'esistenza della «Presepieide». «Nostro padre non ce ne ha mai parlato - spiega - come non ci aveva mai parlato del diario di prigionia in Germania. Alla mamma però aveva spiegato di aver scritto questa operetta fra il 1935 e il 1937, che sarebbe stata musicata dal parroco di Montemarzo». Aggiunge Marello: «Tra le carte di mamma però il testo non si trovava. Ho cominciato a cercarla un po' dappertutto. Ho sparso la voce e cercato di capire dove potesse essere finita. Alla fine ho scoperto dove si trovava. Era nella cassaforte che conserva anche gli scritti di Gino Turello». Anche Turello era di Montemarzo, della «Ghirlandina», e aveva la passione della scrittura. Aveva pubblicato «Radiografia di un maledetto» e racconti inediti furono poi pubblicati postumi nei volumi «Fucilate sante» e «La colpa fu del biancospino». Turello morì in un incidente stradale agli inizi degli Anni '70. «Mio padre - ipotizza Alberto Marello - probabilmente aveva chiesto a Turello di leggere il testo, magari per chiedergli un parere letterario. Oppure era stato Turello a chiederglielo, incuriosito dalle vicende descritte nell'operetta». E aggiunge: «Poi, probabilmente, mio padre si e' dimenticato di farsi restituire il manoscritto. Oppure, chissà, forse ne aveva perso le tracce e nessuno dei due ricordava più dove fosse finito. Con le cartelline di manoscritti e' facilissimo». Complice dell'amnesia, peraltro, fu anche la seconda guerra mondiale. Il giovane laureato Gualtiero Marello, qualche anno dopo aver scritto la «Presepieide» fu richiamato e partì come tenente medico con la Divisione «Casale» alla volta della Grecia. Dopo l'8 settembre fu catturato dai tedeschi e internato in un campo di prigionia. «Nelle lettere a mia madre - ricorda ancora Marello - si fa cenno a una possibile messinscena, però ostacolata. Forse dal podestà dell'epoca, che pure sembra fosse una persona di cultura. Ma e' anche probabile che gli amici di mio padre gli consigliarono di lasciar perdere per evitare ripercussioni. Erano momenti in cui una parola di troppo poteva costare cara». Ora il testo di Gualtiero Marello, recuperato e inviato dal figlio Alberto al concorso regionale «Premio per un testo teatrale nelle lingue del Piemonte», sarà pubblicato nella collana del Centro Studi Piemontesi «Ca' de studi Piemonteis». Lo ha decretato la giuria formata da Mario Brusa, Nicola Gallino, Piergiorgio Gili, Marco Gosso, Albina Malerba, Graziano Melano, Massimo Scaglione, Giovanni Tesio e Silvio Viberti. «E' una vera soddisfazione - commenta Alberto Marello - aver ottenuto un riconoscimento del genere, anche se mi sarebbe piaciuto poterla rappresentare. Purtroppo le musiche non siamo ancora riuscite a trovarle. Sarebbe bello se qualche artista astigiano avesse voglia di musicare l'operetta di mio padre, e una compagnia volesse provare a portarla sul palcoscenico». Un appello a cui ha già risposto Aldo «Cerot» Marello, cugino di Alberto, che all'attività' di campione di tamburello affianca quella di cantautore. Chissà, il debutto potrebbe non essere così lontano. 

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