domenica 31 maggio 2015

Mio padre librettista?


Piero Montanaro

Che bella storia! 
Premio teatrale ad un testo di operetta in piemontese scritto una settantina di anni fa. 
Il dottor Alberto Marello mi ha scritto questa bellissima lettera-storia. Vale la pena di leggerla fino in fondo. Da parte mia, sono felice e orgoglioso che – nel mio piccolo – il blog sia servito anche a questo. 
Ad maiora !!!!

Caro Piero, il 27/10/2007 scrivevi sul tuo Blog: Ancor pòchi dì për pijé part al «Premio për un testo teatrale nelle lingue dël Piemonte»: edission 2007, bandì da la Region Piemont ant le atività dla Lege 26/37 «Tutela, valorizzazione e promozione della conoscenza dell'originale patrimonio linguistico dël Piemonte». 
Solo per segnalarti che a giugno 2007 la mia famiglia ritornò in possesso dopo tanti anni di un’operetta dialettale scritta da mio padre negli anni trenta e mai pubblicata e rappresentata. Il testo è stato presentato in concorso al “Premio per un testo teatrale nelle lingue del Piemonte” e la Regione Piemonte – Assessorato alla Cultura - su consiglio di autorevole giuria ha segnalato l’opera autorizzandone la pubblicazione a cura del “Centro Studi Piemontesi”. 
Mio padre, medico astigiano, librettista? A quanto pare, dai documenti, scrisse due operette: una recuperata e premiata “Presepieide”; la seconda è ancora incompleta del terzo atto, ma anche se a distanza di tanti anni non dispero e continuo a cercare, “Il Negus a Montemarzo”. 
E la musica? Pare che entrambe le operette fossero state musicate dal parroco di Montemarzo di allora (parlo di settant’anni fa), ma non v’è più traccia. 
Ho avuto grande pazienza nel cercare e nel trascrivere un manoscritto in calligrafia da medico e mi sento orgoglioso di aver creduto nella genialità e creatività di mio padre presentando il testo in concorso. 
Un’operetta è troncata se non v’è connubio tra racconto e musica: il racconto c’è, la musica manca; credo nelle capacità di mio figlio al quale ho chiesto questo onere, è autodidatta ma veramente bravo, ha tutto il tempo e ce la farà. Tutto in famiglia a distanza di tre generazioni. 
Alberto Marello 

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