Luigi Mura
Carissimo
dottor Alberto,
Come
abbonato della Gazzetta d’Asti seppi già della pubblicazione del diario e delle
lettere del dottor Marello. Subito desideravo avere i libri, però mai vi
riuscii e non ricordo per quale motivo; non era tanto facile essendo che io ad
Asti ormai ci vado poco e sempre vado frettolosamente occupandomi delle cose di
prima necessità. E’ stato solo pochi giorni fa che monsignor Guglielmo Visconti
mi ha regalato i volumi. Li ho “divorati” immediatamente d’un solo fiato; di
solito al mattino mi occupo delle cose più difficili e lascio al poi le cose
più facili, ma questa volta invece ho tralasciato tutto e mi son dato a leggere
il graditissimo regalo.
Siccome
già sapevo che gli appunti erano per la sua cara consorte pensavo che si trattasse
di comunicazioni affettuose cui naturalmente si scambiano i sinceri coniugi, e
come solo in “Ti giungano” si è fatto; ma in principio non fu così. Si
trattava di un documento storico; ed io amo tanto la storia e quindi man
mano che andavo leggendo tanto più cresceva l’appetito.
Sapevo
già della crudeltà dei tedeschi per aver avuto un fratello (1920) loro
prigioniero, essendo anche lui fatto prigioniero in Jugoslavia e quindi
deportato in Germania dopo quell'otto settembre memorabile. Però per
merito del dottor Marello ne ho saputo di più; ed ho appunto saputo dello stato
dei poveri infermi che disgraziatamente hanno subito in quell'infelice periodo;
perciò un grazie speciale all'indimenticabile caro dottor Marello.
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