giovedì 2 aprile 2015

Presentazione del libro: sabato 11 gennaio 2003 ore 17


  SI PRESENTA SABATO A S. MARZANOTTO IL MEMORIALE DI GUALTIERO MARELLO


Scrive il prigioniero 589 

Diario di guerra di un medico astigiano

Asti - La Stampa
Sergio Miravalle

«Mio padre, morto nel 1971, ha vissuto, durante la guerra, un lungo periodo internato in campo di concentramento tedesco, in Grecia. Dalle sue labbra io ed i miei fratelli non abbiamo mai saputo che cosa successe e come visse quegli anni, il suo era un tacere voluto. Morta mia madre, nel rovistare tra le cose piu' intime da lei lasciate, comparve un diario di prigionia che fu gelosamente nascosto per tanti anni. Era mio padre che scriveva, scriveva e scriveva in fogli di carta velina con calligrafia minuta e fitta, come se volesse nascondere lo scritto nello scritto». Queste poche righe nel risvolto di copertina ad opera di Alberto Marello, terzogenito di Gualtiero e Angela Delfino, spiegano una amorosa operazione di «recupero della memoria». Un atto dovuto e voluto di un figlio nei confronti del padre e del suo ricordo. «Sono due anni che leggo, rileggo, traduco, ricopio al computer, riordino, cancello, ecc. » scrive ancora Alberto, farmacista, per molto tempo a Baldichieri, ora ad Alfiano Natta.

«Da un anno il mio pensiero e' di pubblicarne un libro. Sara' tutto a mie spese, non importa; saranno poche copie, non importa; i destinatari saranno i parenti, gli amici, i conoscenti, non importa. La soddisfazione sara' tanta. Soddisfazione di un libro che non e' un semplice enunciare i fatti, ma e' un racconto ricco di riflessioni, di paure, di costatazioni. Nel suo raccontare non lesina condanne ed elogi, sia da parte italiana sia tedesca. I nomi sono veri, sono di chi ha fatto la guerra, sono di chi la guerra non la voleva».

Si tranquillizzi Alberto Marello. Il «suo» libro di 160 pagine fatto uscire per i tipi della «Espansione Grafica» di Asti a 14,90 euro, merita piu' del semplice plauso e del facile consenso. Il lavoro del figlio ha ridato fiato e vita alle parole del padre, scritte nei lunghi mesi della prigionia. Parole che fanno pensare per l'umanissima testimonianza dell'allora giovane tenente medico della «Casale», mandato come altre migliaia di soldati a «spezzare le reni alla Grecia» e finito dietro un filo spinato, nelle baracche tra i pidocchi, con gli ex alleati divenuti nemici e aguzzini. Un memoriale del tempo di guerra, dove non ci sono spari o cannonate, un racconto da retrovie, che rende benissimo lo stato d'animo di una intera generazione: le scelte di onesta' e correttezza, i dubbi, gli opportunismi e le vigliaccherie. Sullo sfondo a far da filo rosso al racconto che si dipana dal fatidico 8 settembre 1943 in avanti, la storia dolcissima d'amore tra Gualtiero a la sua «Nini», la ragazza genovese di Pegli che diventera' moglie e madre dei suoi sette figli: Paolo, Enrico, Maria Antonietta, Chiara, Alberto, Pia Maria, Giorgio.

Il volume «PRIGIONIERO 589» (era il numero di matricola) sara' presentato sabato pomeriggio nel salone parrocchiale di San Marzanotto (il paese d'origine dei Marello e dove il dottor Gualtiero, che era dirigente dell'Ordine, fu poi per anni medico condotto). Ne parleranno oltre al figlio Alberto, la prof. Anna Cotto Meluccio, mons. Guglielmo Visconti che ne ha curato la prefazione, l'eurodeputato Guido Bodrato, cugino dei Marello che ha scritto un' introduzione storico-politica, l'assessore regionale Mariangela Cotto e il sindaco di Asti Vittorio Voglino.


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