Ernesto Damiani
Professore associato di fisiopatologia presso l'Università di Padova
A
distanza di 60 anni dai fatti narrati, la relazione del tenente medico
Gualtiero Marello sorprende per la sua intelligenza e per la capacità di stimolare
l’interesse, su una forma di patologia, la malnutrizione primaria (cioè
determinata da una carenza dietetica), che è ormai argomento trascurato in
Italia, in ragione dell’aumentata ricchezza del Paese. Il tenente Marello
riporta le sue osservazioni cliniche derivate da un ampio campione di
prigionieri italiani, relativamente omogeneo per età. La dieta somministrata ai
prigionieri era carente in assoluto per apporto calorico, ed era certamente
complicata da una carenza selettiva di proteine e di vitamine. Sulla base di
queste osservazioni, il tenente Marello deduce il concetto, oramai del tutto
accettato, dell’individualità della risposta dell’organismo riguardante sia la
progressione della malattia che la gravità della sintomatologia, a fronte della
relativa eguaglianza della carenza dietetica. Marello identifica tre fattori
fondamentali, che condizionano gli esiti della malnutrizione primaria: 1) un
fattore endogeno, che oggi sappiamo essere la genetica individuale; 2) la
presenza di fattori condizionanti, quali l’attività fisica; 3) il sovrapporsi
di stati di malnutrizione secondaria, dovuti a fattori quali vomito, diarrea,
e malattie intestinali, che, indipendentemente dall'apporto dietetico,
influiscono sull'assorbimento dell’alimento. Per l’acutezza delle sue
osservazioni, non ultime quelle sulla relazione patogenetica fra sintomatologia
e carenze selettive di proteine, vitamine e sali minerali, la relazione del
tenente Marello si qualifica come un importante contributo, che testimonia
della elevata qualità della Scuola Medica italiana del tempo.
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